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L’Atalanta non è più considerata come una sorpresa ma bensì come una piacevole nota positiva del calcio italiano e di provincia. Una squadra che, grazie ad una progettazione a 180 gradi, è riuscita a crescere in maniera vertiginosa andando a schiaffeggiare anche illustri compagini del calcio europeo in Champions ed Europa League.

Anno dopo anno questa squadra cresce attraverso investimenti mirati senza smuovere un bilancio che spesso e volentieri è sempre verde anche grazie agli importanti proventi ricavati dalle cessioni di tutti quei giovani cresciuti nel settore giovanile.

C’è da dire, però, che l’Atalanta ha una marea di calciatori sparsi nei vari campionati italiani: 8 in Serie A, 18 in Serie B, 28 in Serie C ed altri 5-6 sparsi in Serie D. Tutto farebbe pensare che si potrebbe benissimo dar vita ad una “Squadra B” proprio come ha fatto la Juventus, ma Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica nerazzurra, non è dello stesso pensiero per il momento: “Ci abbiamo pensato, anche perché abbiamo le strutture per allenare questa squadra. Ad oggi, però, secondo noi non è ancora chiara la situazione della seconda squadra. Sicuramente il ticket d’ingresso è molto importante. Ci sono degli aspetti da rivedere, il più importante è quello che un giocatore per poter giocare nella seconda squadra dovrebbe essere tesserato da almeno 7 anni nel settore giovanile della squadra. Kulusevski, ad esempio, se fosse rimasto non avrebbe potuto giocare in quella squadra. Questa è una delle tante incongruenze. Una volta varata bene tutta la regolamentazione c’è tutta la nostra volontà di fare la seconda squadra”.

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