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La Cina ha investito ben 14,56 miliardi di yuan (1,99 miliardi di dollari) in un’azienda di chip di memoria chiamata Changxin Xinqiao.

Questi investimenti arrivano da un fondo instituito dal governo cinese per investire in questo tipo di aziende strategiche fondamentali nel mondo di oggi, il Fondo di Investimento Cinese per l’Industria dei Circuiti Integrati, altresì conosciuto come “Il Grande Fondo”.

L’investimento nazionale strategico nella compagnia, a quanto dicono dati pubblici, comporrebbe il 33,15% del capitale.

L’investimento in aziende di chip, come già sottolineato prima, è fondamentale nel mondo odierno perché questi sono ovunque, non solo negli apparecchi più ovvi (telefoni cellulari, televisori ed in generali componenti di elettronica), ma anche in automobili, macchine per la produzione industriale, armamenti e più in generale qualsiasi cosa che abbia bisongo anche marginalmente di corrente elettrica per funzionare.

Ad oggi gli sforzi del nostro Paese e dell’UE sono vistosi, ma ancora non abbastanza, è necessaria una produzione di chip proprietaria, perché sono un asset fondamentale. Ad oggi la maggior parte dei semiconduttori, soprattutto quelli più avanzati sono prodotti dal gigante taiwanese TSCMC e progettati dai giganti statunitensi Intel, AMD e NVidia. Notare che gli impianti di produzione di questi semiconduttori sono a dir poco costosissimi e si aggirano tranquillamente sui diversi miliardi di euro.

Ad oggi gli impianti più grandi, sempre dietro investimento dei sopracitati giganti, che sono stati progettati per l’UE sono di tecnologie meno avanzate (la tecnologia più recente di semiconduttori è quella a 3 nanometri, mentre in Europa si progetta la costruzione di impianti ad un minimo di 7 nanometri).

Per fortuna l’UE si è messa in movimento con l’European Chips Act entrato in vigore dal 21 settembre 2023, ovvero una serie di provvedimenti con una mobilitazione di fondi pubblici e privati fino al 2030 pari a 43 miliardi di euro per l’incremento della produzione interna di chip (la produzione UE è pari al 10% di quella mondiale).

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