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Sono circa 230 le aziende consorziate in questa grande famiglia di produttori piemontesi “I Vini del Piemonte”, il cui scopo principale comune consiste nella divulgazione del proprio prodotto sui mercati internazionali, ma non solo. Dopo le restrizioni Covid si riparte, dall’Italia, e quale palcoscenico migliore di Napoli? La realtà nazionale più internazionale del mondo.

Sullo sfondo il Vesuvio, dall’affaccio del decimo piano del Renaissance Hotel Mediterraneo, sono stati riuniti e presentati 17 produttori piemontesi, c’erano le Langhe, il Roero, il Monferrato e l’Alto Piemonte.

Un evento che si è svolto in totale naturalezza, credo sia questo il termine esatto per esprimerne la percezione che si è avuta.

Si è abituati ad eventi sul vino in cui se non si raccolgono almeno 100 produttori ai banchi d’assaggio non si organizza, e se pensiamo che ogni produttore porta con sé almeno tre sue etichette (almeno!) i conti sono facili a farsi: gli ospiti ad un certo punto si perdono tra i calici vuoti e le sputacchiere piene e i racconti dei produttori si trasformano in chiacchere dette e dimenticate.

È stato molto apprezzato dunque, il carattere raccolto dell’evento, ci è stato permesso di concentrarci, per alcune ore, piene ed intense sui vini presenti. E poi la possibilità di poter degustare vini provenienti da una stessa regione e carpirne le differenze e le similitudini è sempre un punto a favore.

Vista dalla terrazza Angiò del Renaissance Hotel Mediterraneo (fonte: sito web albergo).

Un breve excursus, citando qualche assaggio.

Le bollicine vinificate secondo i dettami del Metodo Classico, esprimono un carattere apparentemente delicato, che poi al palato fanno fuoriuscire sottoforma di sorso deciso, dritto, con delle belle bolle fini e persistenti. Si va dal blend di Chardonnay e Pinot Nero millesimato 2012 di Sordo, al Blanc de Noirs con 90 mesi di affinamento sui lieviti di Foglino, senza dimenticare tutti gli altri, anche da Metodo Martinotti, alcuni davvero eleganti e interessanti.

I bianchi, alcuni una vera sorpresa. Il carattere deciso dell’Arneis di Sordo, la bellissima NAS-CETTA di Casa Baricalino, unica etichetta di Nascetta in degustazione, un vitigno dalle doti incredibili, coltivato solo nel Comune di Novello, negli anni bistrattato ma che oggi inizia ad essere riportato alla ribalta da alcune aziende del territorio, per fortuna, perché è davvero buonissimo. L’Emotivo, ruffiano, di Amerio, da uve Moscato, espressione fresca, acida, delle note fruttate di questo vitigno, un vino dal bellissimo finale minerale. Una chicca stupenda è stata lo Chardonnay 2014 di Castello di Gabiano un vino estremamente piacevole, con un’acidità pazzesca congiunta ad un carattere pieno, avvolgente, un esempio reale di alta capacità di utilizzo del legno nei processi di vinificazione, un vino che ho subito immaginato da bere accompagnato a dei formaggi, trovando piacevolmente conferma anche da parte del produttore.

E anche se il giallo è il mio colore preferito, bisogna cambiare colore e andare sul rosso. E che rosso. Rosso Nebbiolo, rosso Pinot Nero, rosso Barbera, insomma, davvero l’imbarazzo della scelta. Torniamo da Sordo e li proviamo tutti, l’azienda è davvero piaciuta e il carattere storico, la conduzione familiare e la simpatia e l’entusiasmo di Giorgio al banco hanno fatto breccia nei nostri palati: Nebbiolo, Barbera, Barolo, ognuno dal carattere proprio, espressione di un territorio effettivamente davvero vocato per queste produzioni. Giorgio ci ha fatto provare due Barolo della stessa annata, la 2015, Rocche di Castiglione tra i cru più storici e importanti delle Langhe e del Barolo ben strutturato, deciso, e Monvigliero setoso, elegante con un tannino delicato.

Sono pochi produttori, ma sono tanti vini, ci spostiamo quindi prima da Franco Conterno, con il Barolo Riserva Bussia 2014, 48 mesi di affinamento in botti di rovere, definito da tanti “una poesia”, e poi dal Presidente de “I Vini del Piemonte” Nicola Argamante, vignaiolo anche lui con la sua azienda Podere Ruggeri Corsini, che ci ha portati a fare un bel giro tra Barolo con Bricco San Pietro 2015 e 2017, Bussia 2017, ma con il quale abbiamo potuto apprezzare anche un buon Pinot Nero Argamakow, e poi un simpaticissimo vino novità Autenzio Piemonte DOC Albarossa, incrocio tra Barbera e Chatus realizzato in collaborazione con l’Università di Torino verso le fine deli anni ’30.

Finiamo, ma solo per l’articolo, con Réva e il suo bellissimo vino da uve Barbera D’Alba, vitigno apprezzato anche con l’Azienda FIVI Anna Maria Abbona.

Tutte le aziende presenti hanno contribuito a rendere l’esperienza davvero bella per cui onore e merito a tutti, anche e soprattutto a coloro che non sono riuscita a menzionare in questo articolo per non andare fuori tempo massimo di lettura, tutti assaggi davvero piacevoli e interessanti.

Concludo ribadendo il concetto che un evento raccolto riesce a dare tanto, molto, con la cornice di Napoli a fare da sfondo poi, l’emozione è garantita.

E ora qualche foto di alcune etichette in degustazione.

Alcune bollicine in degustazione.
Alcuni bianchi in degustazione.
Alcuni rossi in degustazione.

IMMAGINE DI COPERTINA: Le aziende de “I Vini del Piemonte” presenti a Napoli. (fonte: pagina Facebook del consorzio)

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