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La gentilezza, quella che i cugini di Montefredane in “Ventitrefilari” impiegano nel tocco delle uve, si percepisce in maniera assoluta, nella degustazione alla cieca di questo calice di nettare bianco..

Uve che comporranno dopo circa due anni, tra tecniche di vinificazione e affinamento, la borgognotta con etichetta moderna raffigurata nelle mie mani.

Numero Primo è un Fiano Titolato Docg, il quale esprime tutta la territorialità delle altezze avellinesi e la complessità sia olfattiva che gustativa caratteristica di un buon Fiano, date non solo dal sistema di allevamento guyot, ma successivamente anche dall’abbraccio del mosto con le sue fecce.

Sorsi che hanno saputo farsi strada ed elevarsi in una sana competizione tutta campana, tra sommelier, appassionati di vino e conoscitori del settore enogastronomico.

Poco più di tre mila bottiglie prodotte, dunque protagonista di una possibile “vispa ricerca” in enoteca.

Lucente, evolutivo al calice, di buona persistenza al palato!

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