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L’omaggio di Ciro Caravano a Carosone. Il Coro Pop di Salerno ricorda il grande musicista.

Ho l’onore di intervistare il M°Ciro Caravano, orgoglio salernitano, grande musicista di talento, fondatore e voce storica dei Neri Per Caso. Successivamente alla sua collaborazione con la recente pellicola cinematografica “Carosello Carosone” il Maestro Caravano ha voluto omaggiare con il suo medley, (https://m.youtube.com/watch?v=jmWjUsze0cQ) un grande artista della musica italiana ritiratosi precocemente dalle scene, ma che, da sempre occupa un posto d’onore nel cuore di tutti gli Italiani, Renato Carosone.

L’idea di creare un video musicale con il Coro Pop di Salerno, ha a che vedere con la tua recente partecipazione al film Carosello Carosone?

Sì. Ho lavorato al film di Carosone come consulente musicale e vocal coach. Per questo ho avuto modo di avere a che fare, in modo più approfondito, con il suo repertorio; repertorio che già conoscevo bene, ma lavorandoci nei dettagli, ho apprezzato ancora di più.  Mi è venuto quindi spontaneo pensare di omaggiare Carosone attraverso il mio coro pop di Salerno. Perciò ho coinvolto questa famiglia corale a distanza. È stato un modo per essere presenti in un momento in cui non si può stare insieme e un segnale per tutti gli artisti del mondo della musica corale, bloccati a causa della pandemia. Sono felice, inoltre, di avere le competenze tecniche per poter gestire a distanza questo limite. In questo senso mi considero fortunato soprattutto per la complicità del mio coro. E’ una cosa che vorrei condividere con gli altri attraverso una nuova proposta, “Gli amici del coro Pop”. In pratica coinvolgere altri musicisti da tutta Italia facendoli partecipare a distanza, soprattutto in questa fase di lockdown.

Nel video sembra di essere veramente al teatro, come hai fatto a renderlo possibile?

Abbiamo utilizzato quello che si chiama chroma key. Uno schermo verde alle spalle e una ripresa che fa scontornare la figura del corista per inserirlo in qualsiasi contesto. Il resto è una questione di fantasia. Non è stato facile. Infatti ho dovuto mandare tutte le istruzioni per il kit di costruzione dello schermo e dell’illuminazione. Qualcuno mi ha chiesto:“Non c’è il distanziamento?”

 Sembra di stare insieme, ma è solo un’illusione ottica.

Credo che un elogio lo meriti anche la coreografia per i balli e i costumi d’epoca.

Merito del presidente che è mia moglie e gestisce il coro con tanto amore. Una cosa molto divertente era vedere che i coristi facevano a gara tra chi riusciva ad immedesimarsi di più nel personaggio. Come in tutte le cose che si realizzano ci sono errori, ma diventano motivo per divertirsi. In un video precedente che abbiamo realizzato a Natale, alla fine abbiamo concluso con 1 min e mezzo di errori, di episodi esilaranti.

Che genere di collaborazione hai avuto con il film “Carosello Carosone”?

Io ero già l’insegnante del protagonista Edoardo Scarpetta. Lo sono stato per 3 anni al centro sperimentale di cinematografia. Quando gli hanno dato questo ruolo gli hanno consigliato, dovendo interpretare un pianista credibile alla tastiera, di avvicinarsi al mondo della musica strumentale e corale . Tutto questo accadeva nell’agosto dell’anno scorso quando lui mi ha messo in contatto con la produzione. Mi è  assegnato il ruolo di vocal coach e insegnante di pianoforte. Edoardo Scarpetta ha comprato il pianoforte in quella circostanza. Non aveva nessun tipo di dimestichezza, ma si è applicato moltissimo. Abbiamo utilizzato metodi non convenzionali facendogli vivere il tutto come un videogioco. Grazie anche al suo talento, è riuscito a superare le aspettative di tutti. Poi è cominciata una seconda fase di collaborazione dove serviva una figura che seguisse tutte le riprese affinchè le scene risultassero realistiche. Seguivo le fasi dando una supervisione sulla realtà musicale. E’ stato un bel lavoro e ho anche avuto la possibilità di lavorare con Bollani, un grande talento e un pianista eccezionale.

Sei apparso nelle scene del film?

Sì, è stato un cameo. Un piccolo regalo del regista. Aveva bisogno di una figura che recitasse poche battute:  il presentatore di un locale storico di Napoli, lo Shaker. Dovevo presentare Carosone e informare tutti del suo trasferimento a Milano dove avrebbe continuato la sua brillante carriera. E’ stata molto divertente questa mia prima performance cinematografica in costume d’epoca.

Dopo la collaborazione cinematografica, hai subito pensato di omaggiare Carosone. Quanto tempo hai impiegato per la realizzazione del medley?

Questo brano è stato realizzato a distanza. Così come l’arrangiamento, la preparazione dei file, i riferimenti su cui i coristi dovevano registrare. Il tutto risale a un mese prima dalla pubblicazione del medley. Coordinare 50 coristi non è stato semplice, considerando anche la partecipazione a Sanremo con i Neri Per Caso.

Per la scelta dei brani, hai preferito i più vicini al tuo gusto personale?

C’è un brano a cui sono profondamente legato. Una canzone che cantavo da quando ero piccolo. Mio padre diceva sempre che ci ha fatto prima cantare e poi parlare.  Una delle canzoni con cui ho cominciato a cantare, è stata “T’è piaciut”. Un brano che parla della Napoli matrimoniale, come diceva Di Giacomo. L ‘ho inserito per una questione di affetto personale in una sorta di intreccio con “Piagliate na pastiglia” approfittando di un passaggio che armonicamente si somigliava. “T’è piaciuta” l’ho inserita perchè faceva parte delle canzoni che preferivo di Carosone.

Il tuo omaggio rientra in una lunga serie di iniziative in onore del grande musicista partenopeo. Ma negli anni è stato riconosciuto adeguatamente il suo talento?

Penso che Carosone sia stato un precoce anticipatore della musica italiana degli anni 60’ 70’ e oltre. L’unico cantante italiano ad essere arrivato per tre volte in testa alle classifiche americane. E’ ancora troppo poco quello che gli è stato riconosciuto, ma spero che in futuro si avrà maggiore consapevolezza del suo genio. Come lui scrisse in uno dei suoi ultimi capolavori: “Voglio cantà ‘na canzuncella doce doce, che parte a Napole e luntano po’ arriva”.

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