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Ho il piacere di intervistare Francesca Broso, insegnante di inglese e autrice di racconti e romanzi. Nasce a Varese nell’estate del 1985. È laureata in Lingue e letterature straniere e specializzata in Scrittura creativa all’Università Cattolica di Milano. Italiana di cittadinanza ma inglese nel cuore, scrive e immagina storie sin da bambina, sempre davanti a una immancabile e fumante tazza di tè. 

Italiana di origine, inglese nel cuore; come gestisci questo connubio nella tua vita professionale?

E’ abbastanza semplice; come lavoro ho scelto proprio quello che mi dà la possibilità ogni giorno di conciliare questo aspetto doppio della mia personalità. Insegno inglese, in una scuola superiore. Ogni mattina è come se entrassi in scena con il mio corpo italianissimo dai capelli quasi neri e trasmettessi agli altri questa mia passione come un’impeccabile britannica. Conosco bene il Regno Unito, ci vado costantemente. Ne apprezzo le usanze e le tradizioni: penso sia fondamentale riportare questo mio vissuto nelle mie classi, perché l’apprendimento di una lingua, prima che mera grammatica, è una questione di passione.

 Chi è Francesca nella vita privata?

Francesca è una donna come tante altre. Si sveglia ogni mattina, beve il caffè, cammina almeno un’ora al giorno, e si occupa delle normali faccende della vita quotidiana. E’ una procrastinatrice professionista e una disordinata cronica: spesso non trova oggetti che stanno sotto il suo naso. Le piace sognare, di giorno e di notte, le stanno strettissime le sue quattro mura e non rinuncia mai ad ascoltare buona musica.

Dal punto di vista lavorativo, riusciresti a descriverti con tre aggettivi, motivandone la scelta?

Il primo aggettivo è sicuramente entusiasta: mi piace tanto quello che faccio: scrivere, parlare bene l’inglese e poter viaggiare mi hanno resa tanto felice.

Il secondo aggettivo è empatica: i risultati si ottengono attraverso la mediazione tra cuore e mente. Come ultimo aggettivo sceglierei tecnologica: adoro la tecnologia! E’ molto importante, a mio parere, proporre un uso consapevole degli strumenti informatici, per mostrare agli adulti del futuro che internet e i device non servono solo per divertirsi, ma sono anche preziosi alleati per la nostra crescita culturale.

Come nasce la passione per la scrittura e quanto il tuo vissuto influisce nel tuo lavoro?

La passione per la scrittura nasce da piccolissima. Ero solita scrivere storie e rilegare i miei stessi libretti con ago e filo. Adoravo le ore di italiano, nelle quali il mio maestro ci proponeva dei giochi di scrittura creativa. La nonna e la mamma, poi, hanno sempre incoraggiato la mia vena letteraria. Questa mia passione influisce molto sulla mia vita professionale di insegnante: adoro le ore di letteratura, e le unità didattiche che riguardano libri e storie. Ritengo che la metodologia dello  storytelling, sia un potente strumento per arrivare agli adolescenti. Mi piace inoltre proporre lezioni di cultura generale ai miei studenti; prima delle nozioni, penso sia importante aiutare i ragazzi ad avere uno sguardo più aperto sul mondo.

Esiste un filo conduttore nei tuoi romanzi? Un argomento ricorrente nei tuoi scritti?

Sicuramente le donne, la loro crescita e il loro sviluppo personale. Partendo dal mio vissuto, sono una donna cresciuta lentamente, molto prona all’autoanalisi e alla metariflessione. Un argomento che tratto ricorrentemente è l’amore. Ritengo che l’amore sia un sentimento bellissimo, che non fa mai piangere. Vedo purtroppo molte donne fisse in relazioni poco soddisfacenti, che le logorano all’interno, e non hanno il coraggio di cambiare. Oppure altre che si piegano ai desideri degli uomini, senza mai dire la propria opinione. Le donne sono creature bellissime, il cui punto di vista è stato per troppo tempo poco considerato. A noi, nei secoli, non sono stati riservati tutti gli agi concessi alla nostra controparte. Ecco perché scrivo delle donne, per spronarle a disfarsi delle debolezze e prendere davvero il volo. Il mio motto ricorrente è: la mia voce è alta, aiutatemi a farla sentire.

Nel cassetto del comodino hai sogni, libri o entrambe le cose?

Nel cassetto ho due manoscritti, uno terminato e uno in fase conclusiva. Posso solo anticipare che il primo si tratta di una storia d’amore che si ispira al cielo notturno, ricca di profondità, con all’interno un gioco metaforico tra due amanti, molto affascinante. Il secondo, invece, è un giallo, che vede come protagonista una donna molto coraggiosa ma… tratta anche molto altro. Adoro le storie che si intrecciano tra loro!

Sì, nel cassetto ho anche tanti sogni e spero davvero che si realizzino tutti!!!

Marzia De Nardo

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