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Non poteva deludere le aspettative Zlatan Ibrahimovic in quel di Sanremo, fin dall’inizio sempre sul pezzo con battutine egocentriche e tipiche del personaggio costruito dallo svedese in tutta la sua carriera calcistica.

Il duo con Amadeus è il simbolo di una combinazione tra due caratteri diametralmente opposti, che si alternano in un mare magnum di battutine fatte di botta e risposta. Per un Sanremo decisamente diverso, senza pubblico e con la voglia di mandare un messaggio forte agli italiani, il fattore più importante è stato quello di saper condurre un festival in condizioni anomale.

Il campione svedese ha precisato i motivi che lo hanno spinto ad accettare l’invito di ospite, le cui parole sono state espresse nella conferenza stampa che ha anticipato la prima grande serata. Ha voluto “restituire” all’Italia il sostegno e l’amore di questi anni, sempre in maniera professionale per non ledere l’entusiasmo del suo Milan secondo in classifica. Stasera non sarà presente in virtù del match casalingo dei rossoneri contro l’Udinese, intento a tifare per i suoi compagni di squadra anche se da lontano.

La politica divide, noi atleti uniamo“. Una frase che è rimasta impressa per il forte valore comunicativo, importantissima anche per scacciare qualche pregiudizio sul calciatore: il suo carattere, tramite il quale ostenta di essere il migliore al mondo calcisticamente parlando, spesso fraintende la vera natura dello svedese e potrebbe veicolare un’immagine completamente diversa da quella reale.

Ed è il messaggio più bello che potesse dare in un momento di bagarre relativo allo scontro verbale con Lukaku, sul quale si è esposto in prima persona: “Non ho problemi con lui, sono episodi da campo che finiscono subito. Se vuole venire qui, è il benvenuto“. Un invito alla pace, sostanzialmente.

Zlatan sarà protagonista cinque sere su sei, quindi, a Sanremo; avrà il tempo necessario per mettersi a disposizione ed aiutare il pieno svolgimento di una delle occasioni più importanti per unire gli italiani a livello nazionale.

Solitamente il festival predispone sempre una serie di soprese improvvise ed è tutto da seguire fino alla fine per capire cosa ci lascerà l’edizione di quest’anno. Con ansia in molti aspettono proprio la performance di Ibrahimovic con Sinisa Mihajlovic, suo amico e attuale tecnico del Bologna, i quali si diletteranno cantando la canzone “Io Vagabondo” dei Nomadi.

I movimenti sul palco sono stati simili a quelli in campo, fulminei e indirizzati a recepire i segnali suscitati dalle prime emozioni. “Di solito mi sento grande e potente. Qui mi sento piccolo“: una testimonianza che segna anche il forte impatto che una manifestazione di questo tipo può avere su qualsiasi essere umano.

E Zlatan non è stato da meno, dimostrandosi sensibile nella maniera meno aspettata e spontanea possibile. Si è calato nei panni del viaggiatore che ha come obiettivo quello di conoscere nuove mete e nuovi ambiti del sapere, affascinato dalla natura circostante.

Onore a te, Ibra.

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