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Ho terminato la lettura ieri, in soli due giorni. Non che sia importante il tempo, soprattutto nel campo della lettura, ma le modalità attraverso le quali un libro davvero riesce a catturare l’attenzione del lettore. Ho letto senza sosta, salvo piccole interruzioni “quasi obbligatorie” e non sono più riuscita a staccarmi dalla storia. Ad ogni pagina mi interrogavo, indignavo, rifletto e immaginavo. La scelta di voler affrontare una tematica storia, e la vita di una donna di uomini realmente esistiti lascia presagire il duro lavoro di ricerca che si cela dietro la narrazione, ma posso dirle che ne è valsa la pena. Ho arricchito la mia persona e la mia cultura. Ho amato Giulia e ho sofferto, in parte, con lei. Molte sono state le parti che mi hanno particolarmente colpita e “segnata”. La prima è stata la descrizione dell’unione di Giulia e Orso Orsini al cospetto di Alessandro e Cesare Borgia. Ho avvertito le sensazioni della giovane fanciulla, la sua rassegnazione, il suo dolore.  Questa scena mi ha scosso e mi ha portato a pormi una domanda:” Quanto è stato fatto in questi anni?? “

Adesso, c’è la possibilità di scegliere con chi stare. Quindi davvero anni di lotte hanno portato a grandi passi, nonostante il cammino da compiere per giungere ad una vera emancipazione sia ancora lungo. Di Giulia ho amato l’ingenuità e la sua concezione dell’ amore. Di questo nobile sentimento che ogni donna desidera provare, e non soltanto verso il sesso opposto. Si è prestata ai giochi degli altri solo per aiutare un fratello che si è rivelato indegno, superbo e amorale. Un uomo egoista pronto a soddisfare le sue esigenze e aspirazioni al di sopra di tutto, anche dell’affetto e del rispetto fraterno. E poi il Borgia, simbolo della depravazione, della lussuria, del male. L’anima nera dell’intera vicenda, un uomo che osa giacere con un fanciulla, nella quale vede solo il suo “oggetto sessuale” la sua più grande ossessione. Un rappresentante di Cristo che nulla possiede del Salvatore, ma solo un nome: papa. Simbolo di corruzione, denaro affari, ha espresso il degrado morale nel quale per lungo tempo ha riversato la Chiesa che nel corso dei secoli non ha fatto altro che istituire una gerarchia di eletti, una gerarchi androgina che relegato alla sfera prettamente privata il ruolo della donna. Giulia ha amato, in fondo qualcuno. In parte suo marito dal quale è stata tenuta lontana anche sa sua suocera, “vittima- carnefice” allo stesso modo.  Vittima della ricchezza, del denaro dal quale non riusciva a staccarsi, madre immonda e spia di un cugino del quale subiva il fascino. Carnefice di Un amore che poteva essere puro e che avrebbe potuto salvaguardare ( ma come ho già detto sono figlia di questi tempi che portano con sé processi e pensieri diversi). La ricerca di essere finalmente amata per davvero che quasi sfocia durante il rapimento da parte del cavaliere francese, che si tramuta nella notte trascorsa con suo marito, dove verrà trattata come una cortigiana. Le sue carni saranno viste ingrate, quasi ripudiate perché altri uomini hanno osato toccarla. Una donna, una pedina nelle mani di avvoltoio che l’hanno privata della sua grazia della sua purezza e resa strumento dei loro piaceri-interessi. Una donna che troverà il suo unico riscatto nell’amore di madre per la sua piccola Laura. La narrazione presenta linguaggio scorrevole e semplice nonostante la materia storica trattata e che funge da cornice. Un libro che si legge d’un fiato, un libro del quale non si potrebbe mai avere abbastanza.

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