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Ora che all’interno la situzione cinese è sotto controllo la preoccupazione resta quella di una seconda ondata di infezioni, causata da persone che tornano dall’estero. Corea del Sud torna indietro, 152 nuovi casi. Giappone, Hokkaido verso fine stato emergenza. Famiglia decimata in New Jersey, negli Usa oltre 7mila casidi KATIA RICCARDI

ROMA – Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, la Cina non non ha nuovi casi di contagi domestici, ed è una notizia senza precedenti. Zero casi interni. Sono stati invece 34 i casi di positività arrivati dall’esterno (arrivando a 139), l’incremento giornaliero più grande nelle ultime due settimane. Lo ha reso noto la Commissione Nazionale della Salute.

La pandemia è sotto controllo ancha a Wuhan, dove il virus ha fatto la sua comparsa a dicembre, e nella provincia di Hubei. Nelle ultime 24 ore sono state registrate 8 morti – tutte a Hubei – che portano il bilancio delle vittime a 3.245. In Cina ci sono stati in totale 81.000 casi di infezione, ma sono solo 7.263 le persone ancora malate di coronavirus.

La paura della Cina

Ora che all’interno la situzione cinese è sotto controllo la preoccupazione resta quella di una seconda ondata di infezioni, causata da persone che tornano dall’estero. “Se non imponiamo misure più severe in questa fase, i nostri precedenti sforzi per prevenire la diffusione della malattia in questi due mesi potrebbero essere completamente sprecati”, ha dichiarato l’amministratrice delegato di Hong Kong, Carrie Lam. Mercoledì a Singapore sono state segnalate 47 nuove infezioni, di cui 33 importate.

Chiuse agli stranieri Nuova Zelanda e Australia

Per la prima volta Nuova Zelanda e Australia si blindano: vietato l’ingresso nel Paese a tutti coloro che non sono cittadini o residenti. Il provvedimento, senza precedenti nella storia della Nuova Zelanda, entra in vigore alle 23,59 ora locale. Sono esclusi dal divieto partner e figli di cittadini e residenti nel Paese, ma anche professionisti della sanità. “Proteggere i nostri cittadini dalla Covid-19 è la priorità”, ha detto la premier Jacinda Arden. In Nuova Zelanda sono 28 i casi confermati di coronavirus, 18 dei quali segnalati nelle ultime 48 ore. Il primo ministro Scott Morrison ha dichiarato che i confini dell’Australia chiuderanno venerdì alle 21. Morrison ha dichiarato che la decisione è stata presa perché circa l’80% dei casi in Australia è stato il risultato di qualcuno che ha contratto il virus all’estero o è stato in contatto diretto con qualcuno che aveva. Il tesoriere australiano Josh Frydenberg, ha dichiarato: “Tempi straordinari richiedono misure straordinarie”. La Tasmania ha annunciato lo stato di emergenza e si è effettivamente chiuso dal resto del Paese.

Corea del Sud, rotta l’ondata positiva: 152 i nuovi casi

Dopo un momento di speranza in Corea del Sud ci sono152 nuovi casi, fino a totali 8.565, si è dunque rotta la serie di 4 giorni di fila sotto quota 100. I dati aggiornati a mercoledì del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc) indicano anche 7 nuovi decessi, a 91 complessivi. Il 60% dei contagi fa capo alla Chiesa di Gesù Shincheonji, setta religiosa di Daegu. I timori di contagio sono ora legati a casi specifici come un call center di Seul e alcune chiese protestanti della provincia di Gyeonggi. Sono 407 i guariti per totali 1.947. oggi la Borsa di Seul segna un ribasso di oltre otto punti percentuali e il won viene scambiato ai minimi sul dollaro dalla crisi finanziaria globale del 2009. Oggi la Borsa di Seul segna un ribasso di oltre otto punti percentuali e il won viene scambiato ai minimi sul dollaro dalla crisi finanziaria globale del 2009.

Giappone verso fine stato emergenza a Hokkaido

Si va verso la fine dello stato di emergenza nella prefettura di Hokkaido, in Giappone. Il governatore Naomichi Suzuki ha in programma per oggi la revoca, scrive il giornale Asahi Shimbun sottolineando come le autorità abbiano comunque invitato gli abitanti a rimanere in casa anche questo fine settimana. Le misure sono in vigore dal 28 di febbraio nella prefettura di Hokkaido, scrive l’agenzia Kyodo, sono più di 150 i casi di infezione.

L’Europa, la più colpita, ma sta solo avanti

Il numero maggiore dei casi si è trasferito in Europa, dove circa 250 milioni di persone sono sottoposte a quarantene e isolamenti in maniera più serrata. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha affermato che la pandemia è “la più grande sfida dopo la Seconda guerra mondiale”. Mercoledì l’Italia ha registrato il giorno più mortale dell’epidemia, con 475 vittime in 24 ore.


Stati Uniti, oltre 7mila casi. Crisi senzatetto in California

Negli Stati Uniti, il governatore californiano Gavin Newsom ha avvertito che i modelli suggeriscono che circa 60mila senzatetto potrebbero ammalarsi di Covid-19 nelle prossime otto settimane. Lo stato, che ha visto un aumento giornaliero del 21% nei casi con 598 segnalati mercoledì, probabilmente avrà bisogno di 19.500 letti ospedalieri aggiuntivi e sta cercando di portare una nave della marina militare come ospedale galleggiante.

Olanda, ministro Salute collassa in aula “esausto”

Il ministro della Salute olandese, Bruno Bruins, è collassato mentre difendeva in Parlamento la sua politica per contrastare la diffusione del coronavirus nel Paese. Durante il dibattito in aula, ieri, Bruins si è accasciato sul podio ed è poi finito a terra tra lo sgomento dei presenti. Il ministro si è subito ripreso e ha lasciato l’aula. Con un messaggio su Twitter, ieri sera Bruins ha ringraziato per “tutto il sostegno” ricevuto. In Olanda sono stati registrati 2.051 casi di Covid-19 e 58 decessi.

Israele, casi positivi 529, 100 più di ieri

Il numero complessivo dei casi positivi ha raggiunto oggi in Israele la cifra di 529 contagiati, quasi 100 in più rispetto a quelli registrati ieri. Lo ha reso noto il ministero della sanità. Il ministero ha precisato che 498 contagiati sono in condizioni relativamente buone, 13 in condizioni medie mentre altri 6 sono giudicati malati gravi. Dodici dei primi contagiati sono nel frattempo guariti.

Iran a Rouhani, medici: urgente quarantena

L’imposizione di una rigida quarantena collettiva in Iran è necessaria “per interrompere la catena di elevata diffusione del coronavirus”. È l’appello lanciato al presidente Hassan Rouhani in una lettera sottoscritta da cinque ex ministri della Salute e 17 eminenti specialisti e docenti universitari, alla luce anche dell’intenso traffico in questi giorni alla vigilia delle celebrazioni del Capodanno persiano, che iniziano domani. “Non dobbiamo giocare con la vita delle persone”, si legge nell’appello, citato dall’Irna. Il coronavirus ha provocato a oggi 1.135 vittime confermate nel Paese, ma tanti continuano a svolgere le proprie attività in modo ordinario.

Fonte: https://www.repubblica.it/


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