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Quella della famiglia Monchiero è una storia di coraggio e attaccamento alla propria terra.

Coraggio ne ha avuto Vittorio Monchiero quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha deciso di restare nelle Langhe anzichè seguire i suoi sei fratelli, i quali avevano trovato fortuna negli Stati Uniti. Già padre di quattro figli, Vittorio è rimasto in quella che all’epoca era ancora una terra difficile, per dedicarsi all’attività agricola.

Lo stesso coraggio lo avrà anche il nipote omonimo, che porta appunto il nome del nonno, quando nell’ 89,dopo la scomparsa di suo padre Maggiorino, decide poco più che ventenne di proseguire l’attività intrapresa dal papà e dallo zio.

Conobbi questa Etichetta qualche anno fa al Mercato dei vignaioli indipendenti (fivi), presentata da un giovane rappresentante dell’azienda, che sono sicura sia capace erede di questa gran bella storia di famiglia e passione.

Ma introducendo accenni storici di famiglie e generazioni che lavorano la terra, è giusto chiarire anche l’importanza che ha lo stesso vitigno che abita il territorio, in convivenza con il gran amico Nebbiolo.

Le prime testimonianze scritte certe risalgono alla fine del XVIII secolo, anche se probabilmente la grisa o grisola descritta da Pier de Crescenzi,nel 1495. era proprio la Barbera. La sua coltivazione si è espansa notevolmente nel corso degli anni ed oggi la Barbera è il vitigno a bacca rossa più diffuso nella regione.

La Barbera in quanto vitigno è meno sensibile al territorio di altri vitigni tipici piemontesi, tuttavia si possono riscontrare nei suoi vini alcune caratteristiche peculiari ascrivibili alle varie zone di produzione. In passato la Barbera era considerato un vino “rustico”, a causa della sua elevata acidità fissa, ma con il tempo ha accresciuto la sua fama, grazie ai moderni ed appropriati processi di vinificazione, che hanno permesso di creare sia ottimi vini di pronta beva, sia vini di media longevità e buona struttura che resistono al tempo e si evolvono con l’affinamento. 

Barbera da abbinare ad un classico piatto piemontese come i fegatini e i mitici agnolotti in brodo, o come nel caso della Barbera d’Alba Monchiero degustata da me in famiglia con un tagliere di San Daniele e Gorgonzola.

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