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Stagione 1999-2000, Bundesliga ovviamente. Era un campionato strano, avvincente, diverso da quello odierno dove c’è solamente una squadra che comanda almeno dal punto di vista dei titoli. Lì c’era il solito Amburgo che navigava spesso nelle zone alte, outsider scomode come il Werder Brema, e due squadre che oggi navigano in zone tutt’altro nobili dei campionati tedeschi come il Monaco 1860 e il Kaiserslautern. E pensare che in quella stagione squadre come Borussia Dortmund e Schalke 04 oscillavano tra la medio-bassa classifica. E poi c’erano loro, le “Aspirine“, che in quegli anni erano l’unica squadra capace di contrastare prepotentemente il Bayern Monaco. Stiamo parlando del Bayer Leverkusen di Christoph Daum che disponeva di tanti calciatori di qualità, del giusto mix di esperienza-gioventù, e di un talento che negli anni a venire avrebbe fatto parlare di se, ossia Michael Ballack.

Già all’epoca, nonostante molto giovane, si rivelò una piacevole sorpresa per gli addetti ai lavori rossoneri: stava sbocciando un centrocampista centrale in grado di ricoprire anche il ruolo di mediano e di trequartista. Ambidestro, con la dota di un’ottima visione di gioco e precisione nei passaggi; la sua abilità negli inserimenti e nel colpo di testa, combinata ad un tiro secco e potente, anche dalla distanza, gli permetteva di segnare anche un buon numero di gol.

Fu un campionato bellissimo, meraviglioso, probabilmente il più bello della storia per via del favoloso testa a testa tra Bayern e Bayer: nelle prime giornate del campionato si alternano al comando varie squadre, finché dalla decima giornata si piazzano in testa i bavaresi, che si laureeranno anche campioni d’inverno. Alla ventisettesima giornata, la squadra di Ottmar Hitzfeld viene superata dal Bayer Leverkusen, che successivamente inizia l’ultima giornata con tre punti di vantaggio sui rivali. Quello che succede in questo turno, però, ha dell’incredibile: il Bayern vince contro il Werder Brema, mentre i rossoneri dovranno vedersela contro il modesto e già salvo Unterhaching.

A Leverkusen attendono questo momento da anni, anzi da sempre. Accanto alla Coppa UEFA vinta con un’incredibile rimonta nel 1988 e alla Coppa di Germania vinta nel 1993, accanto ai troppi secondi posti collezionati negli ultimi anni, sta finalmente per arrivare il primo titolo della Bundesliga. Lungo testa a testa col Bayern, poi il +3 alla giornata numero 30, grazie al 4-1 sull’Arminia Bielefeld e alla contemporanea sconfitta degli avversari nel derby col Monaco 1860, e dopo ancora altre tre vittorie. Adesso basta conquistare un pareggio alla periferia di Monaco, sul campo del già salvo Unterhaching: l’arrivo a pari punti infatti condannerebbe il Bayer Leverkusen e premierebbe il Bayern per miglior differenza reti.

Dopo venti minuti anonimi, è proprio il giovane Michael Ballack a metter dentro la propria rete un cross dalla trequarti. Il Bayer è visibilmente scosso, uomini di esperienza come Kirsten, Neuville e Schneider non riescono a incidere, e il giovane centrocampista patisce malamente l’autogol. Solo Beinlich su punizione ed Emerson in proiezione offensiva vanno vicini alla rete del pareggio. Dall’altra parte è già tutto deciso, per il Bayern in un quarto d’ora ne ha fatti tre al Werder. Al minuto 72 cala il sipario sul campionato: Markus Oberleitner di testa segna il secondo gol dell’Unterhaching. Le due squadre finiscono così alla pari, 73 punti a 73 punti, ma come già successo in passato il titolo viene assegnato grazie alla differenza reti, che in quel caso premiò il Bayern.

La disperazione di Ballack dopo l’autorete

E’ una storia che ha dell’incredibile, perché il Leverkusen quel titolo avrebbe anche meritato di vincerlo: solamente 3 sconfitte in campionato, miglior attacco con 74 marcature, e Ulf Kirsten vice-capocannoniere con 17 goal, qualcosa in più rispetto al tandem Paulo Sergio-Elber del Bayern che avevano totalizzato rispettivamente 13 e 14 realizzazioni.

Sabato 20 Maggio 2000, da quel giorno in poi lo Stadio Alpenbauer Sportpark di Unterhaching entrò di diritto nella storia (quella negativa) del Bayer Leverkusen. Una grande squadra quella del 2001-02 che sfiorò addirittura il famoso “Triplete“. Il problema, però, è che fallì clamorosamente in tutte le occasioni, soprattutto nell’irripetibile finale di Champions League contro il Real Madrid diventata famosa per quel meraviglioso destro al volo di Zinedine Zidane. Il calcio può darti e toglierti tutto nell’arco di breve tempo. Il Bayer perse nella maniera più clamorosa quel maledetto campionato del 1999-00, per poi confermare la maledizione qualche anno più tardi con una squadra ancora più forte. Destino semplicemente crudele.

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