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Il nuovissimo regolamento europeo dedicato alle gorsse piattaforme online, oggi, 25 agosto, è entrato in efficacia (era già entrato in vigore a novembre dello scorso anno ndr.). Ne abbiamo parlato diverse volte in passato ed ora si iniziano a vedere i primi effetti concreti, ma cosa prevede di preciso?

Il nuovo regolamento si applica a quelle riconosciute, in gergo tecnico, come
VLOP (very large online platforms) e VLOSE (very large online search engines), ovverosia grosse piattaforme online e motori di ricerca. Le liste sono compilate dalla Commissione Europea, che ha scelto come regola quella di avere 45 milioni di utenti attivi mensili (il 10% della popolazione dell’UE).

In particolare parliamo di 19 piattaforme: Google Search (il motore di ricerca) Bing, Facebook, Instagram, TikTok, X (precedentemente Twitter), LinkedIn, Printerest, YouTube, Amazon, Zalando, Google Shopping, Google Play, Google Maps, Alibaba, AliExpress, Wikipedia, Snapchat, Apple App Store.

Modifiche alle segnalazioni dei contenuti

In particolare stiamo parlando di una semplificazione generale del sistema di segnalazione dei contenuti illegali per le autorità e per gli utenti, le piattaforme saranno ritenute responsabili dei contenuti pubblicati dagli utenti (una volta che ne siano venute a conoscenza e non siano intervenute per rimuoverli) e dovranno istituire dei team dedicati alla gestione delle segnalazioni di questi contenuti.

Gli utenti potranno essere sospesi, dopo essere stati avvisati, specificando anche il motivo per cui rischiano la sospensione dal servizio, in maniera chiara e comprensibile. Per esempio, ad oggi, un utente può vedere un suo post rimosso e l’accont sospeso per “Violazione dei Termini di Servizio” senza specificare in che modo questi siano stati violati.

Infine, i ToS (Terms of Service, Termini di Servizio ndr.) dovranno essere esposti in modo più chiaro e comprensibile da tutti.

L’introduzione del rischio sistemico

Per ridurre il rischio di censura da parte delle piattaforme, il DSA introduce il concetto di Rischio Sistemico.

Questo capitolo prevede che le grandi piattaforme ogni anno redigano dei rapporti dettagliati sui rischi che i contenuti presenti sulle loro piattaforme hanno per i diritti fondamentali. Una volta individuati dovranno prevedere ed implementare delle misure di sicurezza e mitigazione che potranno utilizzare ogni mezzo possibile all’interno della piattaforma.

Per verificarne l’efficacia le aziende potranno essere sottoposte ad audizioni, non solo di fronte alle autorità, ma anche a ricercatori ed esperti del settore. Il Rischio Sistemico, in senso stretto però, si ha in caso di rischi incombenti e gravi per la salute o la sicurezza delle persone, come in caso di massicce campagne di disinformazione, in collaborazione con la Commissione, dovranno essere attivati dei protocolli di crisi.

La fine degli algoritmi?

Nei recenti anni, soprattuto con l’ascesa di TikTok, il concetto di algoritmo è diventato conosciuto oltre la nicchia vìceh aveva occupato fino a quel momento. Sia chiaro, le piattaforme hanno sempre usato algoritmi per consigliare i contenuti, ma fino ad ora questi sono stati sempre fumosi e sopratutto tutti i criteri per cui qualcosa andasse virale non sono conosciuti da nessuno.

Grazie al DSA non sarà più così. Le piattaforme dovranno spiegare il motivo per cui un contenuto viene promosso rispetto ad altri. Questo è decisamente una cosa importante che cambierà radicalmente il modo di creare contenuti e di venderli, perché adesso non saranno più solamente pochi fortunati o grosse personalità a riuscire ad andare virali, ma anche le persone comuni potranno seguire i criteri di “viralità”.

Inoltre, un altro motivo per cui potremmo vedere il tramonto degli algoritmi, sarà l’obbligo per le piattaforme di dare l’opzione agli utenti di selezionare il criterio secondo cui i contenuti vengono visualizzati. L’utente avrà infatti l’opzione di scegliere se usufruire dell’algoritmo oppure se visualizzarli in ordine cronologico.

Nuovi criteri per la pubblicità

Il punto di tutte queste nuove regolamentazioni probabilmente ricade soprattutto nella pubblicità, che è il metodo di sostentamento delle piattaforme online. Il punto è che, senza regolamentazione, le aziende fino ad ora (un primo grande passo si era già fatto con il GDPR ndr.) hanno potuto recuperare dati degli utenti in maniera praticamente indiscriminata.

Il DSA introduce diversi paletti a queste pratiche. Non potranno essere più usati dati sensibili (religione, orientamento sessuale, stato di salute) per la personalizzazione delle pubblicità. Inoltre, non potranno essere utilizzati i dati degli utenti minorenni per la profilazione pubblicitaria.

Le aziende dovranno inoltre tenere conto e conservare le informazioni riguardanti gli investitori pubblicitari. Per esempio dovranno tenere conto di chi è stato a richiedere il servizio, per quanto tempo lo ha fatto, chi ha pagato per la sponsorizzazione e a chi è stata dedicata la campagna (quindi conservando i criteri degli utenti coinvolti).

Addio ai fastidiosi dark pattern

Infine, un’altro grosso intervento sarà la messa al bando di quei metodi subdoli utilizzati da siti e aziende per guidare gli utenti a fare delle azioni preferite dagli utenti, per esempio rendendo più evidenti i pulsanti per accettare la profilazione e rendendo meno visibili o nascondendo quelli per rifiutarla.

Questi sono, bene o male, i punti principali del DSA. Adesso starà al governo, entro il febbraio 2024 (data in cui il regolamento diventerà vincolante per tutti i paesi membri e per tutte le piattaforme, anche con meno di 45 milioni di utenti) definire un’autorità statale che controlli l’applicazione delle norme. Perché ricordiamo che le sanzioni in caso di violazione delle normative potranno raggiungere il 6% dell’intero fatturato globale dell’azienda, in molti casi parliamo di decine se non centinaia di miliardi di euro

Tutto questo fa parte della strategia europea per la regolamentazione dell’internet, che ormai è diventato parte fondamentale della nostra vita di tutti i giorni. Opinione comune è che altrettanto fondamentale diventa normare in merito, per evitare un vero e proprio far west.

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