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Anno 1943-44, l’Italia viveva ed affrontava il sanguinario palcoscenico della guerra. Tra le macerie del paese spunta quella che è la più bella favola del calcio italiano. La maggior parte dei campioni d’Italia del 1944 provengono dallo Spezia. Il comandante del 41esimo corpo dei Vigili del Fuoco, l’ingegner Luigi Gandino, li mette insieme aggiungendo qualche giocatore del Napoli e qualcuno del Livorno che l’anno precedente è arrivato secondo in campionato dietro soltanto al “Grande Torino”. Ottavio Barbieri è l’allenatore. Ha lavorato alcuni anni al Genoa con William Gamut. Lui è l’uomo a cui dobbiamo l’appellativo “mister” per i nostri tecnici, ma è anche l’uomo che ha portato in Italia il sistema. Barbieri fa una piccola variazione, ossia il “mezzo sistema” con i tre difensori del sistema e il centro-mediano del metodo. Totale, squadra ermetica, insuperabile contro la quale va a sbattere anche lo squadrone granata. E poi c’è il sale. I calciatori pompieri viaggiano su un’autobotte come se fosse una sorta di pullman di oggi che attraversa la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, l’Emilia-Romagna. A ogni sosta lo scambiano con cibo e ospitalità. Vincono quel campionato anche a quel famosissimo sale.

E’ una storia bellissima, incredibile. Bella come tante storie di sport durante la guerra. E’ che la guerra, passati tanti anni, non ha comunque cancellato. Bani, Persia, Borrini, Amenta, Gramaglia, Scarpato, Rostagno, Tommaseo, Angelini, Tori, Costa. Gli eroi che, grazie al loro calcio, riuscirono a strappare un sorriso ai tanti tifosi nonostante il dolore e la distruzione della guerra.

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