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La polena che si trova a prua della nave scuola della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci attraversa i mari dal 1931, anno del varo di questo splendido veliero. Ricevuta la bandiera da combattimento il 15 ottobre 1931, prima con il motto “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” e poi “Non chi comincia ma quel che persevera”, preceduti da quello originario “Per la Patria e per il Re”, la nave ha solcato i mari di mezzo mondo, circumnavigando addirittura il globo terrestre con partenza nel maggio 2002 e rientro nel settembre 2003. Gli unici anni nei quali l’unità non è stata in navigazione sono stati il 1940, per la guerra, e il 1964, 1973 e 1997 per lavori di manutenzione e ristrutturazione. Quando non utilizza la forza del vento, l’Amerigo Vespucci è propulso da un Motore Elettrico Principale da2840 kW di potenza, ovviamente a bordo vi sono anche motori Generatori Diesel per complessivi 2789 HP, che forniscono energia per tutte le esigenze del veliero da 4.300 tonnellate e 264 membri di equipaggio. L’albero più alto è quello detto di “maestra” e raggiunge i 54 metri sopra il livello del mare, poi vi è il “trinchetto” con 50 metri, la “mezzana” con 43, con in tutto 24 vele per una superficie di 2635 metri quadri. Fin qui un po’ di ragguaglio tecnico e storico, ma l’Amerigo Vespucci è ben altro, è il vanto della nostra marineria, e non solo quella militare, è una sorta di ambasciatrice di italianità, di valori e fondamenti della nostra cultura, di tutto ciò che ci rende stimati e famosi ovunque. E, in modo particolare, vi sono due episodi che possono ben rappresentare questa considerazione e ammirazione per il nostro vascello e per quanto esso rappresenti, in Italia e nel mondo. In una delle sue 26 crociere nel Mediterraneo, la Vespucci aveva incrociato una delle più grandi navi allora in circolazione, la portaerei statunitense USS Independence, un’unità da 80.000 tonnellate, varata nel 1958, lunga quanto tre campi di calcio e che poteva imbarcare più di 70 tra aerei ed elicotteri, con circa 5.400 uomini d’equipaggio. Era l’anno 1962, e all’imbrunire le due straordinarie navi, così diverse ma anche così attraenti, ciascuna nel suo genere, si trovarono a pochissima distanza l’una dall’altra, dalla plancia della portaerei partì una comunicazione ottica morse: “Veliero che stiamo incrociando, identificatevi”, la risposta fu “Nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”. Allora qualcosa toccò il cuore degli ufficiali, e forse anche del comandante, della Independence, che diede questa risposta ormai consegnata alla storia della marineria: “You are the most beautiful ship in the world”, “Siete la nave più bella del mondo”. Ma non finisce qui. Nel luglio del 2022, l’Amerigo Vespucci si è trovata di nuovo in crociera nel Mediterraneo, nella zona di mare tra Manfredonia e Taranto, ed ha di nuovo incrociato una portaerei americana, la USS George H.W. Bush, davvero un mostro del mare, con le sue 102.000 tonnellate di stazza, i suoi 6040 uomini d’equipaggio e quasi 100 aeromobili. Il comandante, capitano di vascello David Tavis Pollard, quasi non ha creduto ai suoi occhi nel vedere il fantastico veliero stagliarsi netto nel Mar Adriatico, e soprattutto ha immediatamente ricordato l’altro incontro, quello di 60 anni prima. Ne è seguito uno scambio di comunicazioni radio con il comandante della Vespucci, il capitano di vascello Massimiliano Siragusa, che è ormai già entrato nella storia e che si riporta integralmente in lingua inglese e poi con la traduzione: “Sailing vessel on my starboard side, please identify yourself”, “This is Italian Navy ship Amerigo Vespucci – over”, “Are you the one that sailed by USS Independence in 1962?”, “Yes, we are, we are the senior national vessel in active duty – over”, “Amerigo Vespucci, you are still after 60 years, the most beautifull ship in the world!”, “George Bush, we are flattered and express fair winds and following seas for your deployment – over”; “Nave a vela a dritta, per favore identificatevi”, “Questa è la nave della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci – passo”, “Quella (nave) che venne incrociata dalla USS Independence nel 1962?”, “Sì, lo siamo, a livello nazionale siamo la nave più anziana in servizio attivo – passo”, “Amerigo Vespucci, dopo 60 anni siete ancora la nave più bella del mondo!”, “George Bush, siamo lusingati ed auguriamo vento favorevole e mare calmo per il vostro dispiegamento”. Anche se destoricizzate, trite e ritrite, le parole fatte pronunciare da Dostoevkij ne L’Idiota, ora più che mai richiamano e rimandano con tragica impellenza ad un riscatto del mondo, ad una sua liberazione dal male autentico, un mondo che, come nel romanzo, sembra incupirsi di nuovo sotto una cappa di violenza e di morte, e allora che si recepisca finalmente l’auspicio e l’anelito che “la bellezza salverà il mondo”.

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