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C’era il timore di non poter ottenere la promozione sul campo, di non poter festeggiare e di non poter nemmeno continuare il campionato di Serie B. Fortunatamente, però, per il Benevento nulla di tutto ciò si è realizzato. La squadra sannita, per la seconda volta nella storia, vola in Serie A. Un traguardo studiato, voluto, e centrato alla grande da società, calciatori e allenatore. Questo miracolo, infatti, è gran parte attribuibile al lavoro svolto da Pippo Inzaghi sulla panchina, e a testimoniarlo sono i numeri impressionanti: promozione con 7 giornate d’anticipo, eguagliando l’Ascoli 1977-78 promosso alla 31ª nell’era dei due punti a vittoria. Ben 76 punti in 31 partite disputate, 23 vittorie, 7 pareggi e 1 sconfitta, con 56 gol fatti e solamente 15 subiti. Dalla decima giornata in poi, dopo il 2-0 rifilato alla Cremonese, la “Strega” è rimasta sempre saldamente in testa alla classifica, facendo il vuoto e liquidando con parziali anche rotondi le inseguitrici che di volta in volta si erano candidate a fermare  la corsa della capolista, capace di superare i 20 punti di vantaggio sulla seconda in classifica. La squadra di Inzaghi ha praticamente giocato un campionato a parte, e si è messa in tasca la promozione già al termine del girone d’andata. Un’evidente superiorità tecnica e tattica, una fame di vittorie continuamente alimentata da nuovi successi e record (come quello del numero di vittorie fuori casa, assolute e consecutive).

Il Benevento, dunque, dalla prossima stagione tornerà a confrontarsi con le grandi piazze della Serie A, avvenimento già ottenuto nel 2016-17 quando la squadra, tra mille difficoltà, retrocesse prontamente e con un distacco importante dalla quartultima in classifica. Tuttavia, però, quel Benevento si fece apprezzare nel finale di stagione grazie al bel calcio propositivo voluto da De Zerbi, e non a caso arrivarono anche dei risultati positivi, in primis la vittoria a San Siro contro il Milan per 1-0.

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