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Esattamente 79 anni fa, era proprio un martedì, una miriade di uomini e mezzi sbarcarono sulle coste settentrionali della Francia, segnando la mossa definitiva per la sconfitta delle truppe dell’Asse durante la seconda Guerra Mondiale. Paradossalmente, il problema non fu quello di raccogliere il maggior numero di soldati e lanciarli nella battaglia, allora infatti lo sforzo produttivo e organizzativo degli Alleati era all’apice, non mancavano né mezzi né uomini, ma quello di organizzare questa enorme mole e di far sì che ciascun reparto, ciascun soldato potesse essere utilizzato al momento giusto e nel posto giusto. E non fu cosa facile. Addirittura sugli aerei vennero dipinte delle vistosissime strisce bianche e nere, le famose “strisce d’invasione” o “invasion stripes”, per facilitarne l’individuazione da parte delle stesse forze amiche, a dispetto del fatto che i nemici potessero avere un ulteriore possibilità per scoprirli; ai soldati di terra venne dato un dispositivo in latta che emetteva, schiacciato tra le dita, un “clack”, per permettere anche agli altri che ne fossero provvisti di riconoscere nell’oscurità chi si trovavano di fronte. Ma non tutto andò bene, le perdite causate dal cosiddetto fuoco amico furono tante, spesso i soldati Alleati sentendo aerei in avvicinamento si rintanavano indipendentemente dal fatto che fossero amici o nemici, temendo appunto di essere colpiti per sbaglio; su centinaia di lanci di truppe paracadutate meno di un terzo vennero effettuati nella zona giusta, migliaia di soldati si trovarono proprio nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Emblematico il caso del parà americano John Steele che rimase impigliato per ore sul campanile della chiesa di “Saint Marie Eglise”. Fu una straordinaria coincidenza di circostanze, che per poco non provocarono il respingimento a mare degli Alleati ma che, alla fine, li favorirono non poco: la partenza per la Germania del feldmaresciallo Rommel il giorno prima dello sbarco, per raggiungere la moglie che festeggiava il compleanno; il perentorio e bizzarro ordine di Hitler di non svegliarlo prima delle ore otto, il ritardo con cui autorizzò lo spostamento nel teatro di operazioni di tre divisioni corazzate. Ma si trattò anche della più grande operazione di depistaggio della storia, con migliaia di falsi carri armati, falsi camion, falsi accampamenti disseminati per tutta l’Inghilterra, fabbricati con compensato, plastica gonfiata, gomma. Operazione “Overlord” (antico signore feudale), si denominò lo Sbarco in Normandia, ma in tale operazione ne furono comprese ben altre quali “Fortitude” e “Bodygard”, che riuscirono davvero ad ingannare i tedeschi, che non si aspettavano uno sbarco in quelle zone. Dal 6 giugno 1944 gli Alleati, con più di 155.000 soldati e 20.000 veicoli, penetrarono nel cuore dell’Europa e fu davvero l’inizio della fine, il sacrificio di più di 10.000 soldati non avvenne invano.   

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