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Introduzione

Quando si è di fronte ad un calice di vino, che sia ad un pranzo, ad una cena, in compagnia o da soli, insomma qualsiasi sia l’occasione, quello che può generare l’intimo rapporto con il “succo d’uva” nella cavità cristallina del bicchiere non si limita ad una esclamazione a seguito del sorso, del tipo “ahh, che buono”. Il piacere di gustare un vino, di capirlo, sta nel processo che va dalla vista del vino stesso nel calice, fino al gusto in bocca, passando per gli aromi percepiti dall’olfatto. Si tratta del processo di analisi sensoriale, che tecnicamente è conosciuto come degustazione.

La degustazione di un vino è un atto d’amore prima di tutto. Ci si lascia andare e ci si fida di quello che il vino vuole dirci, accogliendo ogni tratto di esso. Certamente è anche un atto tecnico, ma qui vogliamo chiacchierare di emozioni rispetto alle quali ognuno di noi può avvicinarsi fin da subito.

Quindi il suggerimento è: fidatevi e lasciatevi andare.

Cosa ci serve? I nostri sensi. Vista, olfatto, gusto, tatto, e in maniera molto “raffinata” anche l’udito.

La degustazione di un vino parte dal momento in cui esso viene versato al calice, in quell’esatto momento si inizia ad ascoltarlo.

Fotografica di Brigida Mannara
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