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Mai più l’uno contro l’altro, ma l’uno accanto all’altro” -Papa Leone XIV

Credit by: Vatican news

Ripercorriamo insieme la giornata di preghiera interreligiosa guidata da Papa Leone XIV tenutasi lo scorso 28 ottobre ad Assisi e soffermiamoci sul concetto di guerra giusta. Qual è il suo valore per le religioni oggi?

Come nasce

Torniamo, però, prima al 1965, quando a Roma Papa Paolo VI emana la Dichiarazione Nostra Aetate nel contesto del Concilio Vaticano II, testo che rinnova lo stretto legame tra il cattolicesimo e le altre religioni.

Credit by: Vatican news

Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio.

I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine”

Su questa base, che inaugura uno spirito di dialogo religioso e umano scevro da pregiudizi, nasce la Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata nel 1986 ad Assisi da Papa Giovanni Paolo II. Il leader della Chiesa Cattolica fa appello ai fedeli, ma anche alle nazioni:

Alle nazioni spetta l’onore di basare la loro attività a favore della pace sulla convinzione della sacralità della vita umana e sul riconoscimento dell’indelebile uguaglianza di tutti i popoli tra loro.”

Credit by: Vatican news

La richiesta, rivolta a quelli che definisce Araldi della pace, è quella di innervare strutture di dialogo laddove la pace è in pericolo o già compromessa.

Il grido nella preghiera

Nel 2024 l’incontro si è tenuto a Parigi e con un videomessaggio Papa Francesco non ha mancato di denunciare le tremende guerre che abitano il mondo e, rafforzando ancora maggiormente il suo valore, ricorda l’incontro con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb:

Le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini

Credit by: Vatican news

Tale intervento è stato ricordato anche da Papa Leone XIV, il quale lo scorso 28 ottobre si scaglia contro l’oppressione dell’abitudine che si fa balsamo e ci rende assuefatti ad un contesto bellico che è, invece, inumano e inconcepibile. Ricominciamo da Assisi, da quella coscienza del nostro compito comune, da quella responsabilità di pace, dice.

Mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio!  Non possiamo accettare che questa stagione perduri oltre, che plasmi la mentalità dei popoli, che ci si abitui alla guerra come compagna normale della storia umana. Basta! È il grido dei poveri e il grido della terra. Basta! Signore, ascolta il nostro grido!”

Dopo aver citato la storia dell’età negoziale di Giorgio la Pira, il Papa dice, pregando, che la cultura della riconciliazione vincerà l’attuale globalizzazione dell’impotenza, che sembra dirci che un’altra storia è impossibile. Il dialogo, il negoziato, la cooperazione possono affrontare e risolvere le tensioni che si aprono nelle situazioni conflittuali. Devono farlo! Esistono le sedi e le persone per farlo. 

Esiste una guerra giusta?

Papa Francesco è stato un rivolzionario sotto tantissimi punti di vista, ha parlato con una chiarezza forse prima inaudita. Su un punto è stato più fermo che mai:

Dobbiamo allontanare dalle religioni la tentazione di diventare strumento per alimentare nazionalismi, etnicismi, populismi. Le guerre si inaspriscono. Guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte alle guerre!

E se il papa Francescano non lascio spazio ai dubbi (la guerra è un’inutile strage), non lo fa nemmeno il Papa Agostiniano. Sant’Agostino è anche ricordato per la sua giustificazione della guerra giusta, fatta in nome di Dio e volta al mantenimento della giustizia e della pace. A questo stesso concetto San Tommaso aggiunge il criterio di proporzionalità: non bisogna causare più male che bene attraverso la guerra.

Eppure sant’Agostino è il coniatore dell’espressione celebre “In Illo uno unum“, che diventa il filo conduttore del pontificato di Papa Prevost. Seppure differenti, siamo un unico popolo.

Credit by: Omnes

In conclusione riporto le parole di Papa Giovanni Paolo II in occasione della prima Giornata mondiale della preghiera per la pace.

Noi tutti siamo sensibili e obbedienti alla voce della coscienza di essere un elemento essenziale nella strada verso un mondo migliore e pacifico. Potrebbe essere diversamente, giacché tutti gli uomini e le donne in questo mondo hanno una natura comune, un’origine comune e un comune destino?”

Read more: https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-10/papa-leone-xiv-colosseo-incontro-religioni-mondiali-osare-pace.html

 

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