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Alla fondazione Premio Napoli, in occasione della presentazione del Comitato anticamorra per la legalità – Disarmiamo Napoli, erano in tanti e in rappresentanza di operai e imprenditori, esponenti di associazioni e attivisti, semplici cittadini interessati e politici. L’obiettivo è ambizioso, togliere le armi da un territorio,levarle dalle braccia di piccoli e grandi, combattere la mentalità criminale che ne sostiene il possesso e al contempo ribadire che con la sola repressione i problemi non si risolvono.

Con Sandro Ruotolo e  Paolo Siani, sono intervenuti Maurizio de Giovanni, presidente di Campania Legge – Fondazione Premio Napoli , Roberto Fico, ex presidente della Camera, Nicola Ricci, segretario generale di Cgil Napoli, Angelo Buonomo, rappresentante della masseria “Antonio Esposito Ferraioli”,  ed alcuni operai dell’ex Whirpool insieme ad Eduardo di Napoli, imprenditore antiracket del rione Sanità.

Ruotolo ha precisato l’identità del comitato: “Chiamiamo a raccolta una città che si è stancata di lamentarsi. Anche perché l’emergenza è alta: dei 26 comuni attualmente sciolti per mafia nel nostro Paese diversi sono quelli della città metropolitana di Napoli, San Giovanni a Teduccio è il quartiere dove si sequestrano più armi in tutta l’area. Ma il crimine si batte con il lavoro e con i diritti. Dove c’è camorra non ci sono diritti”. 

L’ex presidente Fico ha poi sottolineato un ritardo, al Sud, nei fondi che sostengono le politiche di contrasto alle mafie: “Abbiamo sempre sofferto di una mancanza di fondi e così una bassa possibilità di intervento. L’intervento non deve essere eroico ed episodico ma strutturale, scientifico. Ci vogliono personale qualificato ben pagato e finanziamenti”. 

Citiamo l’adesione  all’iniziativa “Diamo un calcio alla camorra” promossa dall’associazione “Figli in famiglia”, per la creazione di una scuola calcio a San Giovanni a Teduccio. Inoltre a gennaio il comitato organizza una kermesse culturale in un teatro cittadino, con la partecipazione di artisti e attivisti, per lanciare iniziative e progetti

Le adesioni al manifesto sono in costante aumento: infatti in pochi  giorni è stato sottoscritto da centinaia di persone e realtà tra cui rappresentanti del mondo del lavoro, dell’arte, della politica, della società civile e del mondo delle associazioni: dagli operai dell’ex Whirpool all’Unione industriali di Napoli, dall’associazione Maestri di strada Onlus alla Casa del popolo di Ponticelli, mentre il primo firmatario è il vescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, poi Marisa Laurito, lo studioso Isaia Sales, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e di LegAmbiente, Mariano Di Palma, referente di Libera Campania, e la Rsu al completo della Fincantieri di Castellammare di Stabia, il deputato Roberto Speranza e Gaetano Quagliariello, presidente della fondazione Magna Carta, poi tanti artisti come Massimiliano e Gianfranco Gallo, Lello Esposito, Alex Daniele, Enzo Gragnaniello, Fausta Vetere e la Nuova Compagnia di  Canto Popolare, Patrizio Trampetti, Dario Sansone, Marco Zurzolo, Jenna’ Romano, Eugenio Bennato e tanti, tanti altri nomi della città civile .

Tutti convinti che, come si legge nel manifesto, “ci sono interi territori diventati terre di nessuno, dove le popolazioni sono private dei loro diritti costituzionali. Non si può più restare affacciati alla finestra ad aspettare. Non si può più assistere rassegnati. Ci sono troppe armi che sparano sui nostri territori. Dobbiamo disarmare Napoli”.

Photo Credit Valeria Gigliano

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