Continua l’onda ecumenica di Bartolomeo I: “Uno scandalo celebrare separatamente l’unica Resurrezione dell’unico Signore”. Verso una Pasqua unica

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Meno di un anno fa Bartolomeo I, dal 1991 270° arcivescovo della Chiesa bimillenaria di Costantinopoli,  fondata proprio da Sant ‘Andrea, calcava il suolo salernitano. Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e Patriarca Ecumenico, convinto ambientalista, poliglotta,  uomo di straordinaria e allargata formazione culturale, si è formato a Roma, in Germania e in Svizzera, guida spiritualmente, e non solo,  circa 300 milioni di ortodossi. L’annuncio battuto dalle agenzie il 2 aprile è storico, nel formulare gli auguri cari a tutti i cristiani che celebravano la Pasqua il 31 marzo, Bartolomeo ha affermato: “In questo giorno, il messaggio senza tempo della Resurrezione risuona più profondamente che mai, mentre i nostri fratelli e sorelle cristiani non ortodossi commemorano la risurrezione di nostro Signore dai morti, celebrando la Santa Pasqua”. “Rivolgiamo un cordiale saluto di amore a tutti i cristiani del mondo che celebrano oggi la Santa Pasqua”, ha aggiunto. “Imploriamo il Signore della Gloria affinché la prossima celebrazione della Pasqua del prossimo anno non sia semplicemente un evento fortuito, ma piuttosto l’inizio di una data unificata per la sua osservanza da parte sia del cristianesimo orientale che di quello occidentale. Questa aspirazione è particolarmente significativa alla luce del 1700° anniversario nel 2025, che segnerà la convocazione del Primo Sinodo ecumenico a Nicea. Tra le questioni cruciali c’è la questione di stabilire un calendario comune per le festività pasquali. Siamo ottimisti perché c’è buona volontà e disponibilità da entrambe le parti” (fonte orthodoxtimes). Lo strappo affonda le sue radici davvero nell’antichità, bisogna andare al 46 A.C. quando su richiesta proprio dell’imperatore Giulio Cesare il grande astronomo egizio, Sosigene di Alessandria, elaborò il suo calendario, che prende appunto il nome dall’imperatore, ed è seguito ancora oggi  dalla Chiesa Ortodossa. Fu poi il Papa Gregorio XIII ad introdurre un nuovo calendario, che prende il nome proprio di calendario gregoriano. Siamo nel 1582, e ci si era resi conto che il calendario elaborato dall’astrologo egizio presentava un piccolo difetto, praticamente non considerava una variazione di 11 minuti all’anno, proprio perché prevedeva un anno di 365, 25 giorni mentre la durata è di 365,2422 giorni. Tale errore faceva sì che la Pasqua si spostava sempre di più verso l’estate,  ricordando appunto che essa deve venire dopo la prima luna piena di primavera e, secondo la tradizione, non può essere celebrata in estate. Con il calendario giuliano si rischiava che lo sfasamento fosse sempre maggiore, quindi gli uomini di scienza di Papa Gregorio XIII introdussero  una sorta di colpo di scena astronomico, cancellarono in una sola volta dieci giorni nel mese di ottobre del 1582, e si passò dal 4 ottobre al 15 ottobre. Venne anche ideato come recuperare il piccolo divario stabilendo di eliminare tre anni bisestili ogni quattro secoli, facendo restare bisestili solo gli anni al cambio di secolo che risultano divisibili per 400: in pratica non furono bisestili il 1700, il 1800, il 1900, mentre il 1600 lo fu. A quell’epoca ovviamente “religione” significava profonda compenetrazione tra vita quotidiana, società e politica, e tutti gli stati cattolici adottarono il calendario gregoriano, mentre quelli ortodossi no, e ancora oggi tale divisione è rimasta. Il grande astronomo a cui diede piena fiducia il papa fu Luigi Lilio, suo fu il merito di aver saputo far corrispondere il Creato e la logica, la natura con l’argomentazione certa, il susseguirsi delle stagioni con la fredda cifra. Anche qui l’ingegno dei popoli posti a sud lascia il segno, Luigi Lilio, illustre sconosciuto, con un fratello sacerdote, Antonio, molto più celebre ed insigne, era nato a Psychron, l’odierna Cirò, in Calabria, nel 1510. Egli fu medico ed illuminato docente, talento e mente eccelsa, l’unico che riuscì a far conformare l’imponderabile con il circoscritto, la sua intuizione fece sì che buona parte del mondo allora conosciuto andò a dormire il 4 ottobre e si svegliò, la mattina seguente, il 15 ottobre. Concreto, tangibile. Ma geniale.

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