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Cosa rappresenta la scrittura in corsivo? Perché è un bene preservarla?

Piero Crispiani, Professore Onorario dell’ Università di Macerata e Prof. Straordinario Link Campus University di Roma attraverso alcuni punti specifici ne ribadisce l’ importanza.

La pratica della scrittura in corsivo sviluppa e potenzia:

_ La corrispondenza temporale con il pensiero di ciò che si scrive: si tratta di una forma di ‘sinestesia’, una funzione cognitivo – motoria.

_ La personalizzazione del proprio tratto grafico.

_ Il piacere di scrivere.

_ Lo scorrimento da sinistra a destra.

_ La fluidità della scrittura e della lettura.

Continua il Prof. Crispiani la sua tesi definendo il corsivo “la mano dell’ uomo e della persona”.

Secondo uno studio recente, a partire da circa 9 anni i bambini che scrivono in corsivo sono in grado di comporre testi più fluidi e migliori in ortografia.

La dott.ssa Virginia Berninge, docente di psicologia dell’ educazione alla Washington University e studiosa di apprendimento della scrittura consiglia ai docenti ed educatori tre fasi per avviare nei bambini l’ approccio al corsivo.

Nella prima fase è necessario partire dallo stampatello, per facilitare anche la funzione della lettura che ne consegue.

Nella seconda fase bisogna inserire il corsivo intorno alla terza / quarta elementare per supportare la composizione delle parole e migliorare l’ortografia.

Nella terza fase passare all’ uso della tastiera sono nell’ ultimo anno di scuola elementare perché attivare le mani per scrivere è un allenamento per il cervello.

Paesi come il Canada, la Svezia e gli Stati Uniti che negli anni scorsi avevano promosso all’ interno delle scuole il solo processo di digitalizzazione a svantaggio di quello analogico stanno ora rivalutando la situazione.

In Italia, nel 2020 è stata lanciata la petizione “Promuoviamo la bellezza della scrittura a mano” dall’ archeologo e scrittore Carlo Di Clemente che insieme al blogger Stefano Molini, pedagogisti, psicologi e insegnanti proprio per ribadirne il ruolo fondamentale sul piano scolastico e individuale.

Come dichiara il pedagogista Daniele Novara:”La scrittura a mano non è un optional rispetto a quella digitale, ma esattamente l’ opposto. Non c’è nulla che possa prendere il suo posto per lo sviluppo di quelle capacità neuromotorie di cui i bambini di oggi hanno bisogno”.

Scrivere ha rappresentato dall’ inizio della Storia dell’ uomo la traspozione del suo pensiero in parole assegnandole un valore, un enorme signficato, utile per la comunicazione, per l’ evoluzione della Specie.

È bene quindi rivalutare sempre l’ utilizzo del digitale forse per moda, per cliché e comprendere ciò su cui è necessario investire e usare per le generazioni successive.

Foto presa dal Web

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