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Dopo quasi un anno la riapertura delle scuole sembra essere finalmente alle porte, ma quali sono i danni causati ai ragazzi? E i provvedimenti da prendere?

“Dal 26 aprile tornerà la zona gialla e le scuole riapriranno completamente in presenza nelle zone gialle e arancione” ha annunciato il premier Mario Draghi durante la conferenza stampa del 16 aprile 2021 tenutasi a Palazzo Chigi.

Ma i dati che derivano dall’onlus “Telefono azzurro” sono allarmanti. Tra il 2020 e parte del 2021 il Servizio 114 Emergenza Infanzia ha gestito 1.885 casi, ovvero 157 al mese e 5 al giorno. Simona Maurino, psicologa di Telefono Azzurro e responsabile del Servizio 114 afferma:” Stiamo assistendo a un aumento del rischio per la salute mentale nelle nuove generazioni… Un’onda lunga dove crescono del 22 per cento abusi e violenze, tra le cui declinazioni aumentano del 39 per cento gli abusi psicologici, del 18 per cento gli abusi sessuali”.

Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni in cui si sono presentati casi maggiori. Sono disparate le preoccupazioni e le esigenze delle nuove generazioni, la sofferenza per la perdita del lavoro da parte dei genitori, la voglia di ritornare tra i banchi di scuola, rivedere e condividere con gli amici le proprie emozioni, dall’altro lato il rifiuto nel dover rivivere situazioni spiacevoli, e abbandonare la zona comfort di casa.

Renato Borgatti, direttore del reparto di neuropsichiatria infantile della Fondazione Mondino di Pavia ha definito la didattica a distanza un modo degli adulti di ripulirsi la coscienza, una scelta classista e antidemocratica, dove solo quei ragazzi che hanno una solida famiglia alle spalle, o quei ragazzi che hanno una propria solidità si possono salvare.

Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia ribadisce, invece, quanto sia fondamentale ormai il supporto psicologico nelle scuole. La ministra ha espresso l’urgenza di avviare percorsi non solo di recupero, ma di riappropriazione degli spazi sociali che bambini e ragazzi devono avere. È necessario un piano di salvezza educativa.

“Nell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza ho costituto un gruppo di lavoro sull’impatto del Covid-19 sulle giovani generazioni, con un focus specifico sulla questione emotiva e psicologica degli adolescenti” ha detto la ministra Bonetti in una intervista rilasciata all’Espresso.

Ma quali sono, nello specifico, gli obiettivi di questo organo istituzionale e sociale per quanto concerne le politiche dell’infanzia?

A causa della pandemia Covid-19 sono emerse a livello nazionale differenze territoriali nel campo dei beni pubblici, come i servizi educativi per la prima infanzia, la scuola a tempo pieno, povertà materiale ed educativa.

A tal proposito l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza si è prefissato lo scopo di operare in modo tempestivo per:

1) Investire nella scuola e nelle infrastrutture – materiali e umane – educative;

2) Garantire continuità educativa anche in condizioni di emergenza;

3) Contrastare la povertà minorile – materiale ed educativa;

4) Sostenere i diritti di chi è in condizione di vulnerabilità.

A queste vanno aggiunte:

a) ridurre le disuguaglianze territoriali nella disponibilità di beni pubblici, quali assistenza sanitaria, servizi per l’infanzia, scuola;

 b) Incentivare la partecipazione delle bambine/i e adolescenti nel disegnare le azioni che li riguardano.

Ancora una volta si spera che queste non restino solo parole e che la ripartenza davvero possa tener conto e risolvere le problematiche che, nell’arco di questo difficile periodo, hanno “immobilizzato” ogni classe sociale, specie quelle già fragili.

Adesso la parola alla dott.ssa Pagano psicologa e specialista in Psicodiagnostica e Psicoterapeuta in formazione presso l’Istituto di Gestalt HCC Italy di Siracusa.

È passato più di un anno dal primo caso di Covid-19 in Italia. Prima di quel momento il Coronavirus ci sembrava qualcosa di molto lontano; era difficile pensare che ci avrebbe coinvolti e stravolto la vita così rapidamente ed intensamente. Numerose ricerche scientifiche hanno cercato di valutare non soltanto i danni fisici che l’infezione da Covid-19 comporta sull’individuo, ma hanno anche sottolineato gli effetti di natura psichica. Si parla, infatti, di “Sindrome post- Covid” sottolineando non soltanto i danni organici come aritmie, spossatezza, difficoltà respiratorie, ma anche quelli di natura psicologica.

A causa del lockdown e dell’isolamento prolungato il corpo e la mente hanno subito una molteplicità di danni che vanno dall’alterato ritmo sonno veglia al disturbo da stress post-traumatico.

Inutile dire, quanto sia stato notevole l’impatto del Covid-19 sull’intera società, ma mi preme prestare particolare attenzione al vissuto dei giovani che, soprattutto in fase adolescenziale, hanno avuto importanti disagi all’interno della sfera relazionale e della percezione, basi che dovrebbero essere solide per la loro costruzione identitaria.

I ragazzi che, ci tengo a sottolinearlo, già fanno i conti con un complesso sfondo sociale hanno visto inoltre tramutare la propria casa in una scuola, hanno dovuto rinunciare allo sport, agli spazi ricreativi e alle uscite con gli amici in un’età in cui sperimentare e condividere diviene fondamentale per la loro crescita ed il loro inserimento sociale.

Grazie agli studi scientifici e alla mia attività professionale mi è stato possibile notare senza dubbio un incremento di sintomatologia ansiosa e depressiva nei giovani ed un aumento di comportamenti suicidari negli adulti.

Tenendo anche conto degli ultimi report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo i quali il 50% delle patologie psichiatriche dell’adulto iniziano a ridosso dei quattordici anni, il mio invito è quello ad avere un ruolo attivo all’interno della società prendendoci pienamente cura, in quanto genitori, insegnanti, psicologi e professionisti del settore, di quelli che saranno le vere risorse della società futura: i giovani. 

Insomma, giovani hanno bisogno di un dialogo con gli adulti, ora più che mai, perché solo attraverso un contatto e fiducia reciproca sarà possibile costruire una generazione solida e attenta alle esigenze dei più deboli.

NOTE BIOGRAFICHE:

Tatiana Pagano, classe 1991. Psicologa, specialista in Psicodiagnostica e Psicoterapeuta in formazione presso l’Istituto di Gestalt HCC Italy di Siracusa. Catanese, svolge da anni attività di consulenza psicologica presso studio privato e online. Attualmente è ricercatrice di uno studio pilota sugli adolescenti ai tempi del Covid-19. Ha scritto diverse prefazioni di libri dedicati ai bambini e vanta già diverse pubblicazioni di cui una in America.

FONTI:

LA Repubblica

L’Espresso

Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza

Foto presa dal web

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