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“Da un terreno rispettato nasce un vino rispettoso: rispettoso delle sue unicità e di chi lo berrà perché è un vino sano, sincero, che non fa male. Ma anche un vino buono. Nato dall’amore costante del suo produttore.” [A. Occhipinti]

Con questa introduzione rimango fedele all’ultima bevuta.

Leggendo ancora di più su Arianna, scopro un trasporto naturale nei confronti del suo pensiero, del suo modo di vivere, di vedere le cose del mondo.

Si perché è chiaro, non solo l’estremo amore e rispetto per la natura, per la vigna, e per tutto ciò riguardi il suo lavoro, ma è chiara anche l’intensità, la profondità, la bellezza, del modo in cui affronta la vita. Una vita fatta di meraviglia. Si perché da quel che ho letto, ho capito che Arianna si meraviglia, di quella meraviglia dei bimbi per le cose del mondo, le cose belle come la natura, la terra, la roccia, il cielo, gli animali, e sono convita si meravigli anche del rumore del vento, del calore del sole, del fresco della pioggia. Mi ci sento affine.

Arianna Occhipinti.
(fonte: sito web Azienda Agricola Arianna Occhipinti)

Quello che l’altra volta non dissi è che l’azienda di Arianna “Azienda Agricola Arianna Occhipinti” nasce a Fossa di Lupo e la SP 68 non è solo una semplice strada provinciale, ma è una strada ricca di storia. Già presente tremila anni fa a collegare Gela e Kamarina, percorrendo come fa ancora oggi, le strade del Cerasuolo di Vittoria.

Non è emozionante sapere che quella strada è stata percorsa da tremila anni di generazioni di persone? Che quella strada ha visto mutare intorno a sé la natura per tremila anni. E ora ci siamo noi ad ammirarla, con le nostre scarpe poggiate su di essa. A me emoziona, tantissimo. Trovo la storia propria di ogni essere vivente e non, molto affascinante.

La volta scorsa non vi ho detto che in azienda si lavora la terra a mano, usando unicamente uve cresciute organicamente, senza l’uso di pesticidi, fungicidi, erbicidi, fertilizzanti chimici o sintetici.

Il terreno viene aiutato ad ossigenarsi e ad alimentarsi grazie alle erbe spontanee che crescono in vigna. Si usano sovesci, favino o graminacee. Anche la raccolta è manuale con un’attenta selezione delle uve prima in vigna e poi in cantina, in modo da avere uva sana, fermentazioni spontanee, lieviti indigeni e bassissimo contenuto di solforosa.

Vista su filari.
(fonte: sito web Azienda Agricola Arianna Occhipinti)

La vigna di Arianna è robusta, resistente, intrisa della storia del suo passato, con lo sguardo pronto ad affrontare il suo futuro.

Questa volta mi godo SP 68 Bianco Terre Siciliane IGT, vendemmia 2017: Moscato di Alessandria 60%, Albanello 40%, fermentazione spontanea su lieviti indigeni, 15 giorni di macerazione sulle bucce, 6 mesi di affinamento in vasche di cemento, 1 mese in bottiglia e anche qui nessuna filtrazione.

SP 68 Bianco Terre Siciliane IGT, vendemmia 2017.

Giallo paglierino bello luminoso, non mi azzardo a dire “dorato” per evitare questioni diplomatiche con gli esperi del settore, ma che “sbrilluccicasse” come l’oro posso dirlo. Al naso nuance di agrumi ed erbe aromatiche: arancia, pompelmo, cedro, rosmarino, finocchietto, timo. In bocca sorso è dritto, fresco, verticale, una lama di acidità si fa spazio al palato definendo in maniera netta la volontà di fare un altro sorso. Anche qui, il richiamo al sorso è gratificante.

Questo è un vino che spinge. Chi? Il bevitore, dall’orlo di un precipizio, in caduta libera per un po’. Giù però trova un manto di erba e foglie ad attutirne la caduta.

Alla fine il bevitore rimane vivo, pieno di adrenalina e con il piacere di stappare una bottiglia di SP 68 Bianco una volta toccata terra.

Fonte dell’immagine di copertina:
https://www.winepoint.it/produttori/occhipinti-arianna.php

https://www.winepoint.it/produttori/occhipinti-arianna.php

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