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La nuova frontiera del digitale ha causato, con il trascorrere del tempo, l’incapacità di apporre una definizione netta e non priva di problematicità circa il ruolo e i compiti di un giornalista rispetto a quelli di un influencer.

Eppure, esiste e bisogna ribadirla.

Il giornalista è un professionista del settore dell’informazione. Scopre, descrive, analizza e sceglie le notizie che dovranno essere divulgate. In Italia tale attività è regolamentata a partire dal 1925, con l’istituzione dell’Albo dei giornalisti, il quale presenta due elenchi:

. giornalisti professionisti;

. giornalisti pubblicisti.

L’influencer è invece, una persona di rilievo, all’interno della comunità dei Social che ha il “potere” di influenzare la cerchia di utenti con i quali si tiene quotidianamente in contatto.

Comunicano con il loro pubblico di seguaci, con i quali condividono esperienze di vita, riflessioni, posizioni e interpretazione di fatti.

Ma non basta una connessione internet, un supporto digitale per comunicare ed informare in modo consapevole i lettori. Occorre una preparazione e una conoscenza critica ed oggettiva delle tematiche trattate, conta quella che si chiama etica.

L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. 

È diritto dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, ma allo stesso tempo è loro dovere il rispetto della verità sostanziale delle notizie, che prima di essere pubblicate necessitano di una rettifica. È loro dovere riparare ad eventuali errori, promuovere la fiducia tra la stampa e il lettore, promuovere uno spirito di collaborazione con gli altri colleghi e la cooperazione tra la loro categoria e quella degli editori.

L’influencer è un creatore di contenuti che non presenta alcuna iscrizione a nessun albo, e nessuna deontologia da seguire, ma solo le regole del marketing. Il loro operato non rappresenta ancora una categoria di individui, con specifici diritti e doveri. Il limite per la condivisone dei contenuti che presentano è uno solo: la loro coscienza.

Bisogna, inoltre ribadire un altro caso problematico che si inserisce in questo contesto. Se con l’avvento dei social è aumentata in modo considerevole la percentuale di persone che leggono contenuti, li condividono o li commentano vi è una maggiore incapacità di comprensione, interpretazione testuale che presuppone come fine ultimo della conoscenza, l’elaborazione di conclusioni personali.

Insomma, in un mondo dove per fortuna o sfortuna “tutti possono fare tutto” è fondamentale far capire alla comunità di lettori che bisogna saper discernere con facoltà critica le notizie diffuse dai diversi canali social, capire quando si tratta di “Fake news”, distinguere semplici considerazioni personali da fatti veri e ricercati. Se per gli addetti ai lavori, la distinzione tra influencer e giornalisti inizia ad essere una vera e propria piaga è bene confidare sulla comunità degli utenti e del pubblico, questa è l’unica speranza auspicabile.

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