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Uno studio danese spiega come si creano le connessioni sociali legate alla danza in compagnia e la loro possibile radice evoluzionistica.

Come si creano e rafforzano le connessioni sociali fra le persone? Perché ci piace così tanto ballare , e in particolare ballare in gruppo, per esempio nelle balere, nelle discoteche, nei corsi dedicati e in ogni situazione che ruoti intorno questa dimensione? Perché siamo «animali musicali» e l’evoluzione ha reso il ballo in sincronia un elemento vantaggioso per coordinare i nostri movimenti e i nostri ragionamenti, oltre ovviamente alle emozioni. Dunque a regalarci rapporti interpersonali più forti e duraturi.

Lo spiega uno studio dell’università danese di Aarhus, appena pubblicato sulla rivista Nature: Scientific Reports: «C’è qualcosa di sublime e affettivo nel muoversi insieme alle persone, in gruppo, per esempio a un concerto o in un club – spiega il principale autore, Jan Stupacher, ricercatore e postdoc al centro dedicato ai rapporti fra musica e cervello dell’ateneo danese. «Anche solo guardare le persone sincronizzare i loro movimenti mentre ballano o quando suonano insieme ci trasmette un sentimento di armonia e affinità».

I ricercatori hanno confezionato un video online dove due figure danzano su una canzone. Una rappresenta la persona che partecipa all’esperimento e l’altra il suo “partner virtuale”. Il primo si muove sempre al ritmo, il secondo (il partner virtuale) perde e riguadagna più volte la sincronizzazione con la canzone.

Sulla base di questo video sono stati svolti tre diversi esperimenti, con partecipanti da diversi luoghi del mondo e con strumenti e stili musicali variegati. Si tratta di studi molto dettagliati, realizzati con tecniche psicologiche. Il risultato? Se agli ascoltatori piaceva il brano, e anche se non lo conoscevano, il sentimento di intimità e connessione aumentava all’aumentare della sincronia del ballo dei due elementi in video. Viceversa non si sono registrati grandi risultati quando le due figure procedevano fuori sincrono, in modo scoordinato. Se ci pensate bene, infatti, è un risultato che noi stessi proviamo quando balliamo, innervosendoci non poco quando il o la partner non riesce a seguirci o quando non siamo in grado di coordinarci a dovere.

Secondo i ricercatori gli esperimenti hanno anche dimostrato che i sentimenti di vicinanza sociale migliorano ancora di più se gli ascoltatori conoscono la musica. Da qui si capisce per esempio anche il senso dei tormentoni estivi, dei balli di gruppo e in generale dei successi da cantare e soprattutto ballare insieme. Per gli autori questo significa inoltre che le persone non hanno necessariamente bisogno di muoversi insieme quando stanno ascoltando musica che apprezzano e conoscono.

«Lo studio va al cuore degli esseri umani e sulla ragione per cui siamo creature musicali – ha aggiunto un altro autore, Peter Vuust – mostra che la ragione per cui la musica ci connette è che combina sincronizzazione fisica con emozioni positive. E indica anche che se c’è stato un vantaggio evolutivo legato alla musica, è probabilmente dovuto alla sua abilità di armonizzare i movimenti, le emozioni e i cervelli».

«In tutto il mondo la musica si balla prevalentemente in gruppo e spesso è pensata per i gruppi, al fine di indurre movimenti fisici e unire emotivamente le persone – si legge nell’indagine – nelle interazioni sociali la musica facilita la coordinazione aumentando la prevedibilità del comportamento e dell’umore di un’altra persona. Per questo è stato sostenuto che la musicalità umana possa essersi sviluppata ed evoluta per facilitare la vita associata. In linea con questa argomentazione, vari studi hanno dimostrato che le abilità e le preferenze dell’intrattenimento sociale si imparano in una fase precoce dello sviluppo umano».

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