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Re Ciro agguanta Beppe Signori. Sono 107 i centri in 148 apparizioni

Riparte la serie A: vincono Lazio, Juventus, Roma ed una pazza Inter. Cade la Viola in casa contro il Benevento di Pippo Inzaghi nel lunch match domenicale. Il Sassuolo espugna il Bentegodi grazie ad un super Berardi, il Milan sbanca il San Paolo con un monumentale Ibrahimovic.*CROTONE – LAZIO 0-2 : sempre Ciro Immobile, nel segno di Ciro Immobile. La Lazio di Simone Inzaghi espugna l’Ezio Scida di Crotone con un netto ed inappellabile 0-2, griffato dal tandem Immobile-Correa. L’azzurro e l’argentino i timonieri della spedizione in terra calabra. Proprio così, perché quella di Crotone, per gli uomini del patron Lotito, è stata una vera e propria odissea, quantomeno dal punto di vista meteorologico. Vento, freddo e tanta pioggia hanno condizionato un match che alla fine ha visto trionfare, meritatamente, la squadra più dotata tecnicamente. In condizioni climatiche avverse, partono bene le due compagini che rispondono colpo su colpo. Rossoblù ad un passo dal goal in apertura con Simy, che si divora il vantaggio, scheggiando il palo alla sinistra di Reina. Ma nel calcio si sa, vice una regola non scritta, una consuetudine: “goal sbagliato, goal subito”, e così è accaduto anche questa volta. A passare in vantaggio al 21°, sono infatti i biancocelesti: cross dalla trequarti di Parolo e goal del “Ciro Nazionale”, abile nel rubare il tempo alla disastrosa coppia difensiva pitagorica, formata da Magallàn e Marrone. Il bomber di Torre Annunziata si fionda sulla palla e avvitandosi, con un perfetto stacco di testa, trafigge l’incolpevole Cordaz. Sono 107 i centri in 148 apparizioni per il centravanti campano, agganciato un totem come Beppe Signori al secondo posto dei marcatori all time del club romano. Straordinario! Gli uomini di Inzaghi raddoppiano nella ripresa (58°), grazie al Tucu Correa, imbeccato proprio dal suo partner d’attacco e bravo a concludere in rete, da posizione defilatissima. Accade poco altro. La Lazio amministra e legittima il vantaggio, il Crotone fa ben poco per riaprire un match a senso unico. Bene Benali e Messias tra le fila rossoblù, male Simy, macchinoso ed arrugginito. La classifica ora inizia a preoccupare: Crotone ultimo a quota 2. Saranno ore di riflessione in società, Stroppa è sempre più sulla graticola.

La Lazio balza a 14 punti in bagarre con Roma, Inter e Napoli. In gran spolvero Lazzari, Luis Alberto e Acerbi. Sugli scudi Correa ed Immobile che in questo tempestoso pomeriggio di novembre, proiettano i capitolini in zona Champions League. Iniezione di fiducia per la delicatissima partita di martedì 24 novembre (ore 21,00) contro lo Zenit San Pietroburgo di Semak, che vedrà contrapposte le due formazioni, nella quarta giornata della fase a gironi della massima competizione europea.

*SPEZIA – ATALANTA 0-0 :  la Dea si sta smarrendo. I ragazzi terribili di Gasperini si trovano impantanati in una situazione inattesa ad inizio stagione e dalla quale devono uscire in tempi brevi, se chiaramente desiderano recitare un ruolo da protagonista in Serie A. I bergamaschi non sfondano e tornano da Cesena (Orogel Stadium) con uno striminzito 0-0 contro lo Spezia, che di certo non rende felice allenatore e tifosi. Fiacchezza, lentezza nella manovra, imprecisione, questi alcuni fattori dell’involuzione nerazzurra. A dirla tutta l’Atalanta ha però avuto tante occasioni per poter aprire e chiudere un match, che probabilmente avrebbe meritato di vincere, ma giornata dopo giornata, partita dopo partita, stanno emergendo dei limiti preoccupanti, evidenziati in quest’occasione da uno Spezia organizzato, quadrato e mai domo, capace di controbattere alle offensive degli orobici. Da registrare un legno per parte, a Farias nei primissimi minuti, risponde Zapata (sostituito da Lammers nella ripresa). Nella seconda frazione di gioco ci provano maggiormente gli ospiti ma senza successo, alla luce di un superlativo Provedel, bravo nel respingere le conclusioni di Gosens ma soprattutto di Pasalic, quest’ultimo subentrato in luogo di un evanescente Papu Gomèz. Ma è proprio questo il più grande problema che si porta in dote la banda di Gasperini. Se non gira l’argentino, la Dea si affievolisce, si spegne, perdendo geometrie ed inventiva. Da segnalare inoltre un goal annullato all’esterno tedesco (55°) per fuorigioco di Duvàn Zapata. Atalanta scarica mentalmente e fisicamente, provata dalle fatiche dei nazionali, poco brillante e in attesa di ritrovare smalto e rapidità, i suoi veri punti di forza. Pessimi segnali in virtù della super sfida di Anfield, che vedrà la Dea contrapposta proprio al Liverpool del mago Klopp (mercoledì 25 novembre, ore 21,00), partita valida per la fase a gironi di Champions League.

Menzione a parte merita lo Spezia di Vincenzo Italiano. Squadra grintosa, sempre sul pezzo, con trame intriganti, schemi accurati e tanta spensieratezza. I liguri salgono a quota 9 punti, decisamente un bel bottino, che spalanca le porte ad un campionato vivo ed interessante per gli uomini del patron Volpi.

*JUVENTUS – CAGLIARI 2-0 : Ronaldo – Cagliari 2-0. Si può così sintetizzare la partita tra Juventus e Cagliari all’Allianz Stadium di Torino. Protagonista assoluto? Se non lo si fosse compreso, CR7. L’asso portoghese annichilisce i ragazzi di Di Francesco grazie ad una doppietta (38° e 42°), prima con un secco destro a giro di collo interno, che buca le mani al povero Cragno e successivamente grazie ad una mezza acrobazia frutto di fisicità e coordinazione. Al netto dei meriti del cinque volte pallone d’oro, è l’intera Juventus ad aver svoltato. Formazione equilibrata e bilanciata quella schierata da Pirlo, con un 4-4-2 che ha visto le catene laterali essere presidiate da Cuadrado e Kulusevski a destra e da Danilo e un rinfrancato Bernadeschi sull’out mancino. Davanti il binomio Ronaldo-Morata. Da segnalare la prova fornita dai centrali di difesa De Ligt e Demiral, chiamati a sostituire due baluardi indiscussi quali Chiellini e Bonucci, entrambi out per infortunio. Rocciosi, precisi, tecnici e nel caso del turco anche “quasi goleador” se non fosse stato per la traversa colta nella ripresa. Bene, molto bene Arthur e Bernardeschi. Il brasiliano si è scrollato da dosso l’etichetta di oggetto misterioso, suonando uno spartito pressoché perfetto in cabina di regia. L’azzurro decisamente trasformato dopo la parentesi in Nazionale. In settimana i bianconeri ospiteranno gli ungheresi del Ferencvàros, sicuramente con qualche certezza in più ed una parvenza di equilibrio dal punto di vista tattico che più si addice ad una squadra di questa caratura. Senza infamia e senza lode la prova dei sardi, pimpanti e dinamici ma sterili in zona offensiva. A nulla sono serviti gli acuti di Joao Pedro e di Sottil, impalpabile Ounas, non pervenuto Simeone.

*FIORENTINA – BENEVENTO 0-1 : parte male l’era di Cesare Prandelli sulla panchina della Fiorentina. La Viola cade in casa 0-1 a discapito di un Benevento coraggioso, intrepido e ben strutturato. La rete dell’incontro è stata siglata da Improta, classe ’93  e al suo primo centro in serie A, al minuto ’52. In settimana vi era stato l’avvicendamento: out Iachini, dentro una vecchia conoscenza della Fiesole, quel Cesare Prandelli che aveva già guidato la squadra gigliata dal 2005 al 2010, ritorno a casa quindi per il mister di Orzinuovi. Alte, altissime le aspettative nel lunch match domenicale delle ore 12,30 proprio per questo nuovo corso voluto fortemente da Commisso, Pradè e da tutta la dirigenza toscana. Ma le attese sono state deluse, i campani espugnano il Franchi nonostante le svariate occasioni create dai padroni di casa. Il fattore che più deve far riflettere il mister bresciano è però la sterilità sotto porta. Eppure ad inizio match, Prandelli per ovviare ad un problema cronico ormai, aveva deciso di schierare la sua nuova creatura con un offensivo 4-2-3-1 proprio per cercare di dare ampio respiro al talento di Kouamè e Vlahovic, il tutto condito dalla classe cristallina di Frank Ribery. Ma neanche questo è bastato. La spuntano i giallorossi, autori di una prova giudiziosa, ferrigna. Pippo Inzaghi bissa il successo del fratello Simone e aggancia in classifica lo Spezia a quota 9. Al palo la Fiorentina che resta inchiodata ad 8. E’ notte fonda in casa Viola.

*INTER – TORINO 4-2 : fuochi d’artificio a San Siro tra Inter e Torino. I nerazzurri ribaltano una partita che sembrava ormai definitivamente sfumata. Grande Toro nella prima ora di gioco, in grado di cogliere i frutti di un predominio evidente e schiacciante: prima la rete di un rigenerato Zaza nel recupero della prima frazione (45°+2’) grazie ad una ficcante azione conclusasi con il sinistro a giro dell’attaccante lucano, e raddoppio su calcio di rigore del rosarino Cristian Ansaldi (62°). Straripante il giovane Singo (classe 2000), sulla fascia destra che ha fatto letteralmente ammattire Young. Bene il centrocampo, su tutti Meitè, autore di una prova maiuscola. Passano appena due minuti e al 64° Sanchez la riapre, dopo un primo tempo assolutamente negativo, il cileno si sveglia e dopo un’ azione un po’ confusionaria deposita in fondo al sacco il pallone della speranza. Trascorrono appena tre minuti di gioco ed ecco il pareggio dell’ Inter targato Lukaku con un tap-in facile facile. Ed è qui che si scatena BIG ROM, prima firmando il sorpasso dal dischetto all’ 84°, poi servendo l’assist in contropiede a Lautaro Martinèz. Una vittoria vitale per gli uomini di Conte ma con tante, troppe sbavature. Un’ Inter distratta e superficiale che con la forza dei suoi attaccanti è riuscita nell’ intento di conquistare tre punti ormai insperati, permettendole di salire a quota 15 in classifica, restando ancorata al treno di testa. Nonostante il successo però, serpeggia malumore e preoccupazione tra i tifosi, per una squadra che non riesce ad incarnare la cattiveria e i dettami tecnico-tattici del proprio allenatore. E mercoledì sarà di scena, sempre a San Siro, il Real Madrid di Zidane per una guerra senza esclusione di colpi. Notevoli i progressi invece per il Torino di Giampaolo (ko a causa covid) ma resi vani dalle quattro sberle ricevute nella ripresa che hanno palesato una fragilità difensiva reiterata e alla quale va assolutamente posto rimedio.

*ROMA – PARMA 3-0 : in settimana l’approdo in società del portoghese Tiago Pinto, scelto da Friedkin nel ruolo di DG, nel week-end tre schiaffoni al Parma di Liverani. Vola sempre più in alto la Roma di Fonsèca, supportata da un delizioso Mkhitaryan, autore di una doppietta, l’ennesima verrebbe da aggiungere. Infatti dopo la tripletta di Genova, l’armeno sale in cattedra e trascina “La Lupa” al secondo posto in classifica, alle spalle del Milan, primo a quota 20. I giallorossi sono in forma smagliante e si vede, schiantando il malcapitato Parma già nella prima frazione, che ha visto le marcature di Borja Mayoral chiamato a sostituire Edin Dzeko, colpito da Coronavirus, e dell’ex Manchester United ed Arsenal, autore appunto di una doppietta, prima con un bolide dalla distanza, poi con il marchio di fabbrica capitolino: triangolazione, velocità, tecnica e palla in fondo al sacco da due passi. La Roma non è lì per caso, diverte e si diverte, ma soprattutto attua alla perfezione i dettami del suo tecnico, che pare aver trovato qualità ed esperienza grazie anche all’innesto e alla verve di Pedro. Vero è che se la Roma in questo avvio di campionato sta dimostrando di essere un grande gruppo, lo stesso non può dirsi francamente per un Parma remissivo, opaco, deludente e sbiadito. L’approdo di Liverani sulla panchina parmigiana non sta dando i frutti sperati e pare essersi interrotto quel percorso di crescita iniziato e proseguito brillantemente negli scorsi anni da D’Aversa. Gli emiliani veleggiano in acque tutt’altro che sicure, 17esimi a quota 6. Per una Roma in ascesa, che sta deliziando i suoi tifosi, c’è un Parma smarrito, che è certamente chiamato ad invertire un trend estremamente pericoloso già dal prossimo match, che vedrà i gialloblù ospiti del Genoa a Marassi.

*VERONA – SASSUOLO 0-2 : il Sassuolo di De Zerbi sbanca il Bentegodi, battendo 2-0 l’Hellas e confermandosi la seconda forza del campionato. Fortuna? Assolutamente no. I neroverdi sono una grande squadra e lo stanno dimostrando, giornata dopo giornata, trascinati dal proprio capitano e da un tecnico che è ormai sul taccuino dei più importanti club in Italia e non. La favola del Sassuolo ha radici lontane, progetto serio, professionalità e dirigenza costituita da uomini qualificati e dotati di grandissima cultura calcistica. Uno 0-2 bugiardo in realtà: l’Hellas ha creato tanto, da segnalare due pali e due traverse colti dai padroni di casa. Il Sassuolo ha colpito in contropiede con cinismo e cattiveria, fattori determinanti per bollarla definitivamente come grande squadra. Autori dei goal, Boga e Berardi. Il primo con un arcobaleno che si insacca alla sinistra dell’incolpevole Silvestri, l’azzurro con un mancino letale, sotto la traversa. Gli scaligeri avrebbero certamente meritato miglior sorte alla luce di una partita ben giocata, con piglio e agonismo. L’unica pecca? Non aver concretizzato la gran mole di gioco prodotta. Gli uomini di De Zerbi si aggiudicano un match complicatissimo e sognano ad occhi aperti, in attesa della super sfida di sabato prossimo, quando gli emiliani affronteranno al Mapei Stadium, l’Inter di Antonio Conte. Si prevedono scintille.

*SAMPDORIA – BOLOGNA 1-2 : altalena di emozioni tra Sampdoria e Bologna. Ranieri contro Mihajlovic, Quagliarella contro Palacio. Apre le danze al 7° Thorsby, bravo nel raccogliere un corner ben calciato da Candreva, frustata di testa e vantaggio doriano. I felsinei in realtà ci impiegano un po’ per rimettersi in carreggiata, e trovano la via della rete al 44° grazie ad uno sfortunato autogol di Regini, sempre sugli sviluppi di calcio d’angolo. Chiude i conti nella ripresa Orsolini al 52°, lesto ad approfittare di un traversone dalla sinistra di Barrow e capitalizzato dall’esterno bolognese, nel finale palo dell’onnipresente Palacio. La Doria non si rialza dopo lo scivolone di Cagliari e perde in casa, restando ferma a quota 10. Boccata d’ossigeno per gli uomini di Mihajlovic che salgono a 9. Primo tempo di marca blucerchiata, il secondo ad appannaggio degli ospiti più cinici e convinti di poter portare a casa bottino pieno.

Snoccioliamo alcuni dati interessanti del match:

– Il Bologna sbancando Marassi ottiene la prima vittoria fuori casa in stagione.

-Solo due i calciatori nati dopo il 1998 a fornire più di 9 assist in serie A, Manuel Locatelli e appunto Musa Barrow.

-350^ presenza in serie A per Lorenzo De Silvestri, un veterano della categoria.

-Presenza numero 475 invece per Fabio Quagliarella, che aggancia così Giacomo Facchetti alla 23^ posizione di questa speciale classifica.

Prossimo turno che vedrà il Bologna ospitare al Dall’ Ara un Crotone in palese difficoltà. Turno non semplice per la Samp che volerà a Torino, contro i granata di mister Giampaolo.

*UDINESE – GENOA 1-0 : una magia di Rodrigo De Paul regala all’Udinese tre punti d’oro in ottica salvezza, consentendo ai friulani di abbandonare, almeno per questa giornata, i bassifondi della classifica. Match archiviato al 34° di gioco quando, l’asse Okaka-Pereyra-De Paul confeziona il vantaggio bianconero. L’argentino prende la mira al limite dell’area di rigore rossoblù e la piazza nell’angolino alla destra di Perin. Numero 10 che nella ripresa va vicino alla doppietta, fermato però dalla traversa, direttamente su calcio di punizione. Genoa abulico e senza idee, Udinese granitica ed ordinata. Al 94° Grifone vicino al pareggio con la zampata di Scamacca: palla in buca ma consulto al Var per il signor Calvarese, che prontamente annulla per fuorigioco. Sospiro di sollievo per Gotti e per i suoi. Torna decisivo tra i pali Musso che concede alla sua squadra il secondo cleen sheet consecutivo dopo lo 0-0 di Sassuolo nella scorsa giornata e abile a compiere un autentico miracolo su Bani. Tante le ammonizioni, nel finale espulso Perin autore di un intervento maldestro su Stryger Larsen in campo aperto. Passano gli anni ma il Genoa sembra non cambiare mai, classifica deficitaria, lacune evidenti in numerose zone di campo e assenza totale di leadership. E’ forse scoccata l’ora della definitiva rivoluzione?

*NAPOLI – MILAN 1-3: uno stratosferico Zlatan Ibrahimovic proietta il Milan in Paradiso. Il gigante di Malmoe, alla tenera età di 39 primavere e con un “uno-due” letale a cavallo tra il primo e il secondo tempo, ridimensiona i sogni scudetto del Napoli di Rino Gattuso. Vero è che siamo appena all’ 8^ giornata, ma è evidente che i rossoneri guidati dal condottiero svedese sono ormai una realtà. Ventesimo risultato utile consecutivo dal post lockdown, primo posto in graduatoria e valorizzazione di tanti giovani che stanno dando il meglio di sé, sotto la lente d’ingrandimento del numero 11. Una bella partita quella del San Paolo, due grandi squadre a confronto. Hanno la meglio però gli uomini di Pioli (assente causa covid, in panchina Bonera) bravi a capitalizzare al meglio le occasioni create. Goal del vantaggio di Ibrahimovìc appunto al 20° con un colpo di testa strepitoso, bruciato Koulibaly e palla all’angolino, su perfetto assist di uno scatenato ed imprendibile Theo Hernandèz. Il Napoli risponde e va più volte vicino al pari prima con Mertens sul quale compie una gran parata Donnarumma, e poi con Di Lorenzo sugli sviluppi di un corner, con la conseguente traversa colta dal laterale azzurro. Rapido il Napoli sulla trequarti, bene Politano, trasformato dalla cura Gattuso, male Lozano, stanco ma mai domo Insigne. Ed ecco che nella seconda frazione di gioco, il Milan raddoppia ancora con Ibra sul cioccolatino offerto da Rebic (deludente nei primi 45′). Mertens la riapre in mischia. Girandola di cambi da una parte e dall’altra, dentro anche Petagna per provare a scardinare la difesa rossonera fin a quel momento diretta perfettamente dalla sapiente regia di Kjaer. Espulso Bakoyoko al 65°, la chiude in contropiede al minuto ’94 il talentino norvegese Hauge. Altra prova di forza da parte dei rossoneri che, dopo aver battuto l’Inter nel derby, si impongono contro un Napoli che per stessa ammissione di Gattuso, difetta in personalità. La tecnica nel calcio moderno non basta e quello che manca agli azzurri è quel “veleno”, quella garra, il giocare col coltello tra i denti insomma. Delusione alle pendici del Vesuvio per una sconfitta inattesa, ed il prossimo avversario sempre a Fuorigrotta, sarà la scintillante Roma. Il Milan riceverà la Viola a San Siro quasi certamente senza il suo centravanti, costretto ad abbandonare il terreno di gioco per un problema muscolare. Tremano i tifosi.

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