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Di recente la piattaforma social X (precedentemente conosciuta come Twitter) ha annunciato che interromperà le sue attività in Brasile dopo la sentenza di un giudice che è stata definita “un’ordine di censura”.

La piattaforma rimarrà comunque accessibile agli utenti.

A quanto pare quello che ha scatenato questa reazione da parte della compagnia è stato un ordine, della Corte Suprema del Brasile ed in particolare del giudice Alexandre de Moraes, che ha intimato X a chiudere alcuni account accusati di diffondere odio, discriminazione e notizie false durante la presidenza di Bolsonaro.

X dal canto suo, ha pubblicato dei documenti (che la Corte Suprema si è rifiutata di autenticare o smentire) che minacciavano la rappresentate brasiliana di arresto in caso non avesse eseguito gli ordini della corte.

A quanto pare, in precedenza Musk, il proprietario della compagnia, stesso si era rifiutato di collaborare e ha minacciato di riaprire gli account che erano stati chiusi con un’ordine della corte che lui ha definito “incostituzionale”.

Appare comunque cuoriosa la scelta di rendere questa situazione così complessa, tanto da arrivare ad interrompere le attività in un’intero Paese che conta più di 220 milioni di abitanti e ben 21,48 milioni di utenti (6° paese al mondo per numero di utenti).

Ancora più curioso il fatto di alzare tutto questo polverone, quando Musk, non si era fatto problemi a sospendere dalla piattaforma diversi giornalisti, anche di testate molto importanti, come la CNN, il Washington Post e il New York Times, colpevoli di aver pubblicato articoli riguardo alla storia del profilo che tracciava il jet del miliardario. Anche se c’è da dire che questi giornalisti nel tempo sono stati critici di Musk, facendo suonare la storia del jet un po’ sospetta.

Sia chiaro, la posizione del jet privato di Musk, è un dato pubblico e come ogni aereo (eccezion fatta per alcuni aerei militari ndr.) può essere tracciato da chiunque, basta conoscere il numero identificativo, anch’esso un dato non privato.

Staremo a vedere come andrà la cosa, soprattutto tenendo a mente il fatto che dopo l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk la piattaforma ha perso oltre il 71% del suo valore, a gennaio di quest’anno (il miliardario l’aveva acquistata per 44 miliardi di dollari ndr.).

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