L’Architetto Silvio Cossa svolge un ruolo unico nel panorama del confronto tra le religioni, da sempre promotore di cammini di concordia, di accettazione, di ricerca, riflessione e istruzione in merito alle diverse culture e fedi. Ha concesso in anteprima questa intervista per Resportage, a lui va un profondo ringraziamento e un appassionato augurio per la sua opera.
1) Architetto Cossa, lei ha partecipato e partecipa a tutti gli itinerari ed eventi di dialogo interreligioso e tra le varie confessioni del meridione d’Italia e non solo. Collabora con il Consiglio Ecumenico delle Chiese della Campania, è membro ufficiale del Consiglio per il Dialogo interreligioso della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ha avuto ruolo di coordinatore nei gruppi di lavoro in occasione del Convegno dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Campana, ha rapporti con le Chiese di varie confessioni cristiane e con le Comunità di diverse Fedi religiose, oltre che essere Responsabile delle Pubbliche Relazioni della Comunità Bahá’í di Salerno. Ma a che punto è oggi il dialogo tra le religioni e tra le varie confessioni religiose?
Oggi le religioni dialogano perché hanno bisogno di riconoscersi, dato che i seguaci delle varie religioni non vivono più, come un tempo, separati da barriere geografiche difficili da superare, ma vivono tutti nell’unico villaggio globale che è diventato il mondo, con un numero crescente di persone e di gruppi che stanno imparando a ricavare dalla religione edificanti contributi alla società. Le implicazioni per il nostro tempo sono riassunte da Bahá’u’lláh, Fondatore della Fede Bahá’í, in parole scritte oltre un secolo fa e ampiamente divulgate nei decenni successivi: “Non v’è alcun dubbio che i popoli del mondo, a qualsiasi razza o religione appartengano, si ispirano a un’unica Fonte celeste e sono sudditi di un solo Dio. La differenza degli ordinamenti sotto cui vivono deve attribuirsi ai mutevoli bisogni e alle cangianti esigenze del tempo in cui essi furono rivelati. Tranne alcuni che sono frutto della perversità umana, tutti gli altri sono stati decretati da Dio e sono un riflesso della Sua Volontà e del Suo Disegno.” Nel discorso di Papa Giovanni Paolo II alla Curia romana per gli auguri di Natale del 22/12/1986, poco dopo lo straordinario evento dello “Spirito di Assisi” del 27/10/1986, al n.5, si legge: “Alla luce di questo ministero infatti le differenze di ogni tipo, e in primo luogo quelle religiose, nella misura in cui sono riduttive del disegno di Dio, si rivelano come appartenenti a un altro ordine. Se l’ordine dell’unità è quello che risale alla creazione e alla redenzione ed è quindi, in questo senso, “divino”, tali differenze e divergenze anche religiose risalgono piuttosto a un “fatto umano”, e devono essere superate nel progresso verso l’attuazione del grandioso disegno di unità che presiede alla creazione.” Anche nella Dichiarazione di Abu Dhabi sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” sottoscritta il 4/2/2019 da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, si afferma che “Il primo e più importante obiettivo delle religioni è quello di credere in Dio, di onorarLo e di chiamare tutti gli uomini a credere che questo universo dipende da un Dio che lo governa;” … e che “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani.” La comunità bahá’í è stata sin dagli inizi un’energica promotrice di attività interreligiose, riconoscendo che le Manifestazioni del Divino, che si sono succedute l’una all’altra, sin dagli albori della storia documentata, sono state la forza seminale dell’incivilimento della natura umana. Nel documento indirizzato dalla Casa Universale di Giustizia ai Capi religiosi del mondo dell’aprile 2002, si legge: “… se si vuole che il discorso interreligioso contribuisca significativamente alla guarigione dei mali che affliggono un’umanità disperata, si devono affrontare […] le implicazioni della suprema verità che ha portato all’esistenza il movimento: che Dio è uno e che, al di là di ogni diversità di espressione culturale o interpretazione umana, anche la religione è una.
2) Secondo lei, il confronto, il dialogo con altre religioni e culture, e la conoscenza delle peculiarità di esse, in questa fase critica sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista dei valori della pacifica convivenza e della non violenza, in che misura possono aiutare concretamente alla creazione di un percorso di dialogo analogo anche negli altri settori della vita istituzionale, politica, civile e sociale?
Uno degli obiettivi della partecipazione al dialogo interreligioso è quello di prendere in esame i principi universali e di imparare ad applicarli dalle reciproche esperienze per un mondo più pacifico e giusto. In questo senso, la religione può essere vista come un sistema di conoscenze e di pratiche che si evolve e che offre idee e valori che possono aiutare il progresso della società. Abbiamo bisogno di un tipo di dialogo che possa sfruttare la capacità della religione di aiutare l’umanità ad affrontare i problemi più impegnativi. Si sta sperimentando da parte di alcune comunità Bahá’í che gli attori laici e religiosi possono lavorare insieme nel perseguimento del bene comune. L’apertura di spazi per questo tipo di collaborazione ha aiutato l’avanzamento del discorso e l’apertura di nuove possibilità attraverso l’organizzazione di diversi grandi convegni nazionali sul tema della religione nella sfera pubblica, facendo incontrare la società civile e organizzazioni basate sulla fede, accademici e rappresentanti del governo. Un esempio di questa visione è costituito dalla Scuola di Dialogo Interreligioso e Interculturale di Salerno, di cui mi pregio essere fra i Soci Fondatori, in rappresentanza dell’Assemblea Spirituale Locale Bahá’í di Salerno, fortemente voluta da S.E.R. Mons. Andrea Bellandi Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Salerno, presieduta da Mons. Alfonso Raimo, Vescovo Ausiliaro dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno e Vescovo titolare di Termini Imerese e di cui fa parte anche il Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno.
3) Da grande esperto e da decano di tali percorsi, pensa che vi sia necessità anche a livello nazionale di creare dei veri e propri stati generali del dialogo interreligioso e del confronto interculturale?
Recenti incontri nazionali e internazionali interconfessionali evidenziano una maggiore attenzione verso questo tema in tutto il mondo. Le grandi religioni sono chiamate, sempre più, a dare il loro autorevole contributo alla soluzione dei mali che affliggono l’umanità attraverso relazioni istituzionali che favoriscono una sempre maggiore reciproca conoscenza. D’altro canto “… è evidente che un numero crescente di persone sta arrivando a capire che la verità sulla quale tutte le religioni sono fondate è essenzialmente una. Questo riconoscimento non trae origine da risoluzioni di dispute teologiche, nasce come intuitiva consapevolezza scaturita da una crescente esperienza dell’altro e da un’incipiente accettazione dell’unità dell’umana famiglia. Dal marasma delle dottrine, dei rituali e dei codici religiosi ereditati da mondi scomparsi, emerge il sentimento che la vita spirituale, come l’unità evidente nelle diverse nazionalità, razze e culture, costituisce una sconfinata realtà parimenti accessibile a tutti. Perché questa diffusa percezione ancora esitante si consolidi e contribuisca efficacemente alla costruzione di un mondo pacifico, occorre che ottenga la piena conferma di coloro dai quali tuttora le masse della popolazione della terra si aspettano una guida.” ( Dal Messaggio indirizzato dalla Casa Universale di Giustizia ai Capi religiosi del mondo dell’aprile 2002). «Il benessere, la pace e la sicurezza dell’umanità saranno irraggiungibili», scrive Bahá’u’lláh «a meno che e finché la sua unità non sia saldamente stabilita».
4) Un pensiero per i giovani, capacissimi attori nei cammini di confronto, ma non di rado coinvolti anche in dinamiche di arida contrapposizione, quale messaggio si può inviare loro?
Il ruolo dei giovani nella storia dell’umanità e nella storia della Fede bahá’í in Italia e nel mondo è sempre stato di primaria importanza. Affinché possano esercitare un’azione sempre più incisiva nella società odierna occorre affrontare l’aspetto dell’educazione. A tale proposito Bahá’u’lláh afferma: “Considera l’uomo una miniera ricca di gemme di inestimabile valore. Soltanto l’educazione può rivelarne i tesori e permettere all’umanità di goderne.” Le comunità bahá’í promuovono progetti educativi rivolti ai fanciulli, ai giovani e agli adulti finalizzati alla valorizzazione e allo sviluppo delle “qualità spirituali” di cui ogni essere umano è dotato e che rappresentano delle strutture permanenti sulle quali è possibile costruire un carattere nobile e retto. Dobbiamo sviluppare in questa vita le qualità spirituali, in quanto facoltà dell’anima umana, perchè esse ci aiutano e ci assistono nel nostro viaggio eterno verso Dio; l’amore per Dio e la conoscenza di Dio sono indispensabili per coltivare tali qualità. Lo sviluppo di tale percorso è quello di divenire un canale tramite il quale le forze spirituali del nostro tempo vengono applicate alla vita delle masse dell’umanità, incoraggiandole a contribuire all’instaurazione di una nuova civiltà mondiale, attraverso “La Parola unificatrice di Dio” presente in tutte le religioni.
5) La Fede Baha’i va verso i due secoli di cammino nella storia, può descriverla semplicemente per chi non la conoscesse ancora?
La Fede Bahá’í è una religione fondata nella metà del XIX secolo da Mírzá Husayn ‘Alí di Núr (1817-1892) detto Bahá’u’lláh (Gloria di Dio). I suoi temi centrali sono l’unità di Dio, l’unità delle religioni e l’unità del genere umano. La Fede Bahá’í è una religione rivelata, monoteista, universale, indipendente, non sincretista. É rivelata perchè i suoi Insegnamenti non provengono da pensiero umano, ma da Dio tramite la Sua Manifestazione odierna: Bahá’u’lláh. Non è sincretista, perchè i suoi insegnamenti non sono stati desunti da altre religioni, ma sono stati rivelati da Dio tramite Bahá’u’lláh. E’ indipendente perchè non deriva per scisma da alcuna delle esistenti religioni. “Il principio fondamentale enunciato da Bahá’u’lláh è che la verità religiosa non è assoluta bensì relativa; che la Rivelazione Divina è un processo ininterrotto e progressivo; che tutte le grandi religioni del mondo hanno origine divina; che i loro principi di base sono in completa armonia gli uni con gli altri; i loro scopi e fini identici; i loro insegnamenti sfaccettature di un’unica verità; le loro funzioni complementari; che le religioni differiscono fra loro soltanto negli aspetti non essenziali delle rispettive dottrine e le loro missioni rappresentano gli stadi successivi dell’evoluzione spirituale dell’umana società”. Il messaggio essenziale è quello dell’unità: c’è un unico Dio Eterno e direttamente inconoscibile, che gradualmente ha rivelato e rivelerà all’umanità il Suo Verbo tramite i vari Messaggeri divini. Tutte le religioni sono viste come stadi correlati alla rivelazione della volontà e degli scopi di Dio. Bahá’u’lláh ricevette l’intimazione della Sua missione nel 1852 nel corso di una dura prigionia e visse esule e prigioniero fino alla morte avvenuta nel 1892 nella città prigione di ‘Akká, oggi nello stato di Israele e, allora, possedimento dell’impero ottomano. Gli Scritti bahá’í contengono non solo concetti spirituali ma anche insegnamenti sociali con numerosi riferimenti alla pace universale “Lo scopo supremo di tutta l’umanità”. Tra questi vi sono: l’unità nella diversità dell’intera razza umana, che è il principio fondamentale della Fede bahá’í; l’abolizione di tutte le forme di pregiudizio; l’unicità di Dio e della Sua Rivelazione; l’interazione positiva tra l’individuo, la comunità e le istituzioni nel contribuire a fare avanzare una società in continuo progresso verso lo stadio della maturità; la libera e indipendente ricerca della verità; l’armonia tra la dimensione materiale e quella spirituale e dell’esistenza e tra la scienza e la religione; la parità di diritti tra l’uomo e la donna; la diffusione universale dell’istruzione obbligatoria per entrambi i generi; l’adozione di una lingua ausiliaria universale; l’abolizione degli estremi di ricchezza e di povertà; l’istituzione di un tribunale mondiale per la risoluzione delle controversie tra le nazioni, l’assunzione della giustizia come principio fondamentale negli affari umani e la creazione di un’organizzazione mondiale fra le nazioni che mantenga la pace per mezzo della sicurezza collettiva. (Shoghi Effendi, La Fede di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1994, p.2 41). Termino questa breve esposizione con delle citazioni dagli Scritti Bahá’í: “Associatevi con i seguaci di tutte le religioni in spirito di amicizia e di cameratismo”. “La Terra non è che un solo Paese e il Genere Umano i suoi cittadini”. “Tutti gli uomini sono stati creati per promuovere una civiltà in costante progresso.” A chiusura di questa intervista desidero ringraziare il Prof. Mariano Vitale, Direttore dell’Ufficio per “l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso” dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, per essere costante punto di riferimento e promotore di iniziative per percorsi comuni, caratterizzati dal perseguimento di ideali di Pace, Fratellanza e di reciproca conoscenza fra le fedi del nostro territorio.