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Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro di quasi 70 anni.

Nel 1946 infatti, due anni dopo che l’Unione delle donne in Italia (UDI) propose di celebrare la giornata nazionale della donna, Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, proposero di adottare questo fiore, come simbolo della Festa della Donna. L’UDI fu istituita nel settembre 1954, dopo la guerra, su iniziativa di alcune donne e fin da subito si è contraddistinta come associazione femminista di promozione politica, sociale e culturale. La proposta di scegliere la mimosa per la festa della donna, dipese dal fatto che questo fiore, era più facile da reperire allo sbocciare della primavera e associato inoltre, alla capacità di resilienza delle stesse donne. La mimosa trionfò a discapito degli anemoni e garofani, arrivati rispettivamente al secondo e al terzo posto. Probabilmente perchè è un fiore che riesce a crescere nonostante la sua fragilità apparente, anche su terreni difficili.

Perfetto per rappresentare la figura della donna!

Pare che la sua associazione alla femminilità però, non sia arrivata per la prima volta in Italia negli anni 40. Già gli Indiani d’America regalavano la mimosa per dichiarare il proprio amore, mentre gli antichi australiani la utilizzavano come cura per determinate malattie.

Un consiglio per godere della loro bellezza anche dopo averle recise?

Due gocce di limone in acqua limpida e tanta luce!

In questo modo il luminoso fiore, ci farà compagnia per diversi giorni!

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