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Silenzioso, trasparente e poco elogiato dai media perché non sempre protagonista a suon di goal come i vari Zapata, Gomez e Ilicic. Questo è Marten De Roon, l’uomo chiave per il calcio spettacolo offerto da Gasperini per la sua Atalanta. Nel famoso 3-4-1-2 – o spesso e volentieri anche 3-4-2-1 – il ruolo dell’olandese è di vitale importanza, un pò come lo era quello di Sergio Busquets ai tempi del Barcellona di Guardiola, con Xavi e Iniesta a dare qualità e lo spagnolo a fungere da garante per quanto riguarda equilibrio e solidità in mediana. Discorso molto simile, ma con le doverose proporzioni tra i due calciatori.

De Roon è un mediano puro, fa della forza fisica e del temperamento le sue caratteristiche principali, è dotato di un discreto tiro da fuori area e nonostante i compiti difensivi non disdegna l’inserimento senza palla. Nato come difensore centrale, l’olandese ha sfruttato la sua esperienza nella retroguardia quando è stato poi avanzato a centrocampo: ha potenziato, infatti, le sue doti in fase di interdizione, utili per bloccare le manovre offensive. Il centrocampista, prezioso a centrocampo con il suo “lavoro sporco”, è utile anche nei duelli aerei, e con i suoi lanci lunghi. Nonostante la stazza, è rapido e resistente: polmoni importanti a centrocampo, dunque, e una buona base tecnica su cui lavorare. La concentrazione è un altro dei suoi punti di forza, mentre a volte può peccare di irruenza. La ricerca di un giocatore a cui accostare Marten De Roon è impresa ardua, ma certe sue caratteristiche ricordano anche Mark Van Bommel: fisico possente, duttilità tattica, grinta e abilità nel recupero della palla, precisione nei passaggi e nei lanci lunghi, tiro potente.

Busquets, invece, lo conosciamo benissimo: centrocampista centrale dotato di visione di gioco e precisione nei passaggi. Grazie a ottime abilità nel controllo di palla e ad uno spiccato senso della posizione è solito fare da cerniera tra difesa e centrocampo; si propone talvolta anche in attacco sfruttando la propria altezza ed una buona elevazione. In casi eccezionali può ricoprire anche i ruoli di difensore centrale – come già fatto da De Roon in situazioni di emergenza -. Le sue principali caratteristiche di gioco sono quelle di rottura del gioco avversario.

Calciatori così simili, ma così diversi. La mansione del difendere o fare schermo alla difesa può cambiare in base agli assetti di gioco. Per entrambi c’è la fortuna di giocare con compagni di reparto dall’alto tasso qualitativo, e questo non può fare altro che esaltare le loro caratteristiche difensive. Avere un centrocampista che fa la cosiddetta “legna” in mezzo al campo è di vitale importanza per l’evolversi della manovra offensiva e preziosissima in fase difensiva. Il ruolo del mediano, detto anche “incontrista” o “interditore” è il più arretrato, muovendosi a ridosso della linea difensiva. Al mediano di oggi sono affidati compiti di marcatura degli avversari e attuazione del pressing, collaborando con la retroguardia nel recupero di palloni. In moduli affini al “catenaccio”, il mediano è solitamente incaricato di neutralizzare il fulcro del gioco avversario: proprio in ragione della capacità nel contrasto non è raro, specialmente in casi d’emergenza, vedere tale centrocampista adattato al ruolo di centrale difensivo che, però, non sempre riescono a fare bene. Nei casi di De Roon e Busquets, il retrocedere in difesa ha spesso garantito ottimi risultati.

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