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30 Marzo, ore 15:04… inaspettatamente lui :

“Buon pomeriggio signora Farina e piacere di conoscerla.
Mi chiamo Christian Comparone e sono il fondatore di un cocktail club… le scrivo in merito al suo recente ed interessante articolo che riguarda un drink…”

Una delle realtà che più m’affascina e apprezzo del giornalismo è questa : il “contatto” che si instaura tra la “penna” (autore) e il lettore.
E tra me e Christian, per l’appunto, è accaduto proprio questo.
Infatti, attraverso una corrispondenza a distanza (poi capirete il perché), siffatto contatto si è evoluto in un appuntamento del mercoledì, in cui ci si confrontava o ci si aggiornava sulle nostre esperienze inerenti alla Mixologia e sul bere bene.
A tal proposito, devo dire – e non perché sia di parte – che ad ogni confronto, personalmente, ne “zampillavo” più consapevole e appassionata, tanto da pormi dei quesiti come ad esempio questo : chissà quante volte ci è capitato di centellinare dei drink all’apparenza miscelati ad hoc e, perché no, dal gusto piacevole… quando, al contrario, fossero del tutto errati?
Ecco, grazie all’interazione e i suggerimenti di Christian, ho realizzato che la buona riuscita di un cocktail lo si nota anche dal suo colore.
Colore che dipenderà dall’uso corretto dei suoi ingredienti e soprattutto dalla qualità dei medesimi.
Ok, non voglio annoiarvi con altre ciance, vado al sodo e ve lo presento.

La mia Intervista a Christian Comparone

Via col primo quesito:

▪︎ Presentiamoci. Chi è Christian Comparone (alias Donnie Boy) e cosa rappresenta il Lonely Avenue.

“Mi chiamo Donato Christian Comparone e sono nato a Roma 32 anni fa.
Negli ultimi 12 anni ho avuto l’opportunità di lavorare con compagnie di Hotel di lusso come Andaz, Marriott e Hilton dislocati tra Londra, Sydney e Tokyo occupandomi, principalmente, di tutto quello che concerne il bar, training, sostenibilità, ricerca e sviluppo.
Nel 2019 decisi di rientrare in Italia con l’apertura di un piccolo cocktail club – il Lonely Avenue – di soli 16 mq nel quartiere di Testaccio (Roma).
Si tratta di un piccolo salotto del 1913 stile Art Deco, dove sono disponibili solo due posti per sole sessioni di 45 minuti (solo su prenotazione), senza menù e con una scelta di oltre 150 ricette di Cocktail classici, tutti da scoprire attraverso la competenza di un bartender esperto che accompagnerà gli ospiti in un viaggio senza eguali.

Christian al Lonely Avenue

Lovely Avenue, poi, è il titolo di una canzone interpretata da Ray Charles nel 1956 e scritta da Doc Pomus.
In questa canzone, si narra di un posto caratterizzato da ricordi malinconici e sofferenza. Queste emozioni e dispiaceri, però, hanno conferito la forza e coraggio necessario per andare avanti e diventare una star.
Il Lonely Avenue a Testaccio è un circolo frequentato anche da persone solitarie che vivono il bar come luogo di socializzazione, dove ogni sera possono trovare compagnie differenti tra bartender professionisti, chefs, brand ambassador ed altri “solitari”.
Il principale obiettivo è quello di offrire gratuitamente educazione e sensibilizzazione al buon bere, la responsabilizzazione sul consumo dell’alcol e della sua somministrazione… con la riscoperta del bar come area di socializzazione e cultura, svelando aneddoti, cenni storici e nozioni tecniche con incontri e masterclass settimanali.”

▪︎ Quale esperienza lavorativa ti ha avvicinato alla Mixologia e, soprattutto, cos’è per te la Mixologia.

“La passione per il beverage nasce a Londra e matura a seguito di una lunga gavetta trascorsa in ristoranti di hotel di lusso, dove ho sempre cercato di instaurare un rapporto di intimità (anche se di davvero breve durata) con ognuno dei clienti che ho servito nella mia carriera. Il grado di intimità e fiducia che si instaura tra bartender e cliente seduto al bar è semplicemente qualcosa di unico cui ne sono stato affascinato sin dagli albori della mia carriera.
Dopo circa 5 anni trascorsi a Londra, nel 2013, decisi di spostarmi in Australia – Sydney per la precisione – ricoprendo il ruolo di Venue Manager per il prestigioso Zeta Bar, Hilton Sydney aperto da Mr. Grant Collin nel 2005.
Durante questo periodo, con la collaborazione dell’Excecutive chef Kruno Velikan e il Signor Luke Mangan (noto chef VIP nonché proprietario del ristorante pluripremiato Glass Brasserie situato all’interno dell’hotel) abbiamo rilasciato una selezione di drink culinari che hanno generato un vero e proprio scalpore tra mass media ed amanti sia del buon bere che del buon cibo.
Si tratta di una selezione di cocktail basati sulla riproduzione di piatti tipici di tutto il mondo rielaborati sotto forma di cocktail (rispettando le ricette classiche) con l’utilizzo di svariate tecniche di cucina stellata, l’utilizzo di prodotti biologici e a km zero attraverso i piccoli produttori indipendenti dell’area agricola a ridosso della metropoli. Tutto ciò ha contribuito nel raggiungere un livello di sostenibilità inimmaginabili.
La selezione di alta cucina liquida, ha scaturito una forte vicinanza tra cucina e bar nel corso del tempo, con il pieno raggiungimento di un livello di originalità tale da essere stati candidati come “Miglior hotel bar d’Australasia” numerose volte.
Finalmente nel 2018 il titolo di “Most profitable venue of Australasia” ha portato il mio nome in cima alla lista come “Manager dell’anno” con la conseguente promozione a Direttore della Mixologia per l’intera area Australasia con più di 1100 altre proprietà Hilton da uniformare in termini di standard di servizio e gestione del F&B.

Zeta Bar, Hilton Sydney, con l’Excecutive chef Kruno Velikan

Personalmente, credo che la mixologia, nei giorni d’oggi, possa rappresentare, se adeguatamente eseguita, una vera e propria esperienza multisensoriale. Il cliente si ritroverà quindi appagato sotto molteplici aspetti: olfattivi (l’aroma del drink e della Location ecc…), visivi (presentazione del drink, abbigliamento del bartender, stile della location ecc…), gustativi (sapore del drink, palate cleanser ecc.. ) e completerà l’esperienza con aspetti tattili (attraverso il tocco del bicchiere, di una particolare componente estetico, materiale del bar top ecc…) e uditivi (colonna sonora della location, doti di comunicazione dello staff, qualità delle informazioni e nozioni, ecc…). In questo modo la mixologia rappresenta per me non solo “l’arte del buon bere”, ma una vera e propria forma di intrattenimento attraverso un’esperienza…”

Mie care lettrici e lettori, vi comunico che la prima “sessione” è giunta al suo termine.
Ma se i contenuti, in un certo qual modo, vi hanno scaturito recensioni positive (almeno spero) stimolando la vostra curiosità… io e Christian, saremmo lieti di avervi come “ospiti” – anche se in circostanze virtuali – mercoledì prossimo con la seconda “sessione” de : l’Appuntamento del mercoledì.
Mi raccomando non mancate!
A mercoledì
Martina

Spoiler : ricetta cocktail Kami Highball e tanto altro ancora.

Ovviamente, la colonna sonora a fine articolo, non può mai mancare…
OnAir : Lonely Avenue di Ray Charles
https://youtu.be/6f4m6Ku2jyk

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