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La colonna nell’inferriata, che si trova nell’angolo a destra appena scesi in cripta, si trovava fino al 1953 al posto della seconda colonna a destra. È una colonna di marmo rossiccio che, nota come colonna miracolosa, da secoli attira la devozione dei pellegrini che accorrono a toccarla convinti delle sue virtù taumaturgiche. Le leggende popolari su di essa si sono moltiplicate nel corso dei secoli, tutte però riconducibili ad una più antica, che risale forse al XII secolo.
La prima menzione, tuttavia, è del 1359 e si trova in uno scritto di Niccolò Acciaiuoli, il consigliere fiorentino della regina Giovanna I. Nel suo testamento, conservato all’Archivio di Stato di Firenze, egli dice di aver dettato le sue ultime volontà nella chiesa inferiore, detta la Confessione, dove riposa il preziosissimo e santissimo corpo del celebre Confessore, presso quella colonna che lo stesso glorioso Santo pose con le proprie mani quando si edificava la chiesa o la Confessione suddetta.
Su questo nucleo fiorirono le leggende. Nel XV secolo al viaggiatore fiammingo Georges Languerant fu detto che quella colonna era stata trainata dai buoi che recavano le reliquie di S. Nicola nell’area destinata alla costruzione della chiesa. Ma fu il Beatillo nel 1620 a raccogliere le varie “voci” e a sviluppare la leggenda. Secondo lui, S. Nicola fece un viaggio a Roma in visita a papa Silvestro. Qui, passando dinanzi alla casa in demolizione di una donna di facili costumi, ammirò questa bella colonna e la sospinse nel Tevere. Miracolosamente si ritrovò nelle acque antistanti il porto di Mira ed egli, al suo ritorno, la collocò nella cattedrale. Altrettanto miracolosamente fu vista galleggiare nelle acque di Bari all’arrivo delle reliquie del Santo. Nessuno riusciva a prenderla. Finalmente, la notte che precedeva la riposizione delle sue reliquie (fra il 30 settembre ed il 1° ottobre del 1089), mancando una colonna, S. Nicola intervenne a completare lui stesso l’opera dell’abate Elia: i baresi udirono suonare le campane e, accorsi alla Basilica, videro un santo vescovo che con due angeli abbatteva il pilastro eretto dall’abate Elia e vi installava la nostra colonna.l

La tradizione dei tre giri attorno la colonna

Le ragazze “zitelle ” che non hanno marito, dopo la messa in onore di San Nicola si ammassano nella cripta vicino la Colonna Miracolosa perché la leggenda dice che se una donna fa intorno ad essa tre giri, durante i quali deve toccare la colonna con la mano, a distanza di poco tempo troverebbe il fidanzato. L’uso di girare intorno alla colonna è cessato nel 2007 quando questa è stata circondata da una gabbia di ferro. In passato alcune persone avevano grattato con i coltellini la colonna per portarsene a casa dei pezzi. Adesso nelle fessure le donne speranzose continuano a infilarci dei bigliettini.

Fede e tradizione verso San Nicola continuano a rappresentare un punto di riferimento per tutti i baresi, che il giorno 6 dicembre, dopo la messa al mattino presto, amano gustarsi una calda cioccalata in compagnia e serenità.

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