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Spagna, Getafe, una città di 178.288 abitanti della Spagna centrale, situata nell’area metropolitana a sud di Madrid, a 10 km dalla capitale, è l’ultima favola del calcio spagnolo. Gli spagnoli sono la creatura di Pepe Bordalas, uno che nella sua carriera di allenatore ha cambiato ben 14 panchine in 22 anni. Nella stagione 2018/19, “Los Azulones” si sono classificati all’ultimo posto per possesso palla e precisione nei passaggi, penultimo per tiri in porto, primo per lanci lunghi e falli. Eppure questo “Cholismo” ha sfiorato la Champions e si è ritrovato in Europa, portandoci giocatori come Jaime Mata che fino all’età di 29 anni non aveva mai calcato un campo della Lega, e nel giro di 18 mesi è addirittura finito nel giro della nazionale. Parabola simile per il compagno di reparto Jorge Molina, che a 27 anni giocava la sua prima partita da professionista.

Il Getafe non ha una grande tradizione europea, anche perché negli ultimi anni, prima di questo incredibile percorso, ha oscillato spesso tra la zona medio-bassa della classifica del campionato spagnolo. Nonostante ciò, vanta 3 partecipazioni alla Coppa Uefa/Europa League, l’ultima volta nel 2010 quando non riuscì a qualificarsi nel proprio girone nonostante non vi erano avversari di primissima fascia fatta eccezione per lo Stoccarda dell’epoca che era più che rispettabile. Da lì in poi l’Europa fu solamente un miraggio, con un timido affacciarsi su un passato che vide il Getafe giungere fino a Quarti di Finale dell’ex Coppa Uefa, in un match a dir poco spettacolare tra andata e ritorno contro il Bayern Monaco. E’ sicuramente quello il momento più bello di tutta la storia del Getafe. Possiamo dire che, fatta eccezione per il 2010, il Getafe tutte quelle volte che ha preso parte a questa manifestazione ha sempre fatto bene, e a testimoniarlo è il fatto di aver eliminato una favorita alla vittoria finale come l’Ajax.

Dal punto di vista tecnico-tattico, il Getafe non mette in evidenzia un gioco spettacolare e propositivo. Il calcio di Bordales è molto improntato sul suo idolo Simeone. Classico 4-4-2 a base di fisicità e intensità: davanti a Soria c’è una coppia di centrali affidabili come capitan Djené e Cabaco, Nyom e Suarez i terzini più schierati. In mezzo c’è la grinta di Arambarri e Maksimovic, occhio a due esterni come Cucurella (scuola Barça) e Kenedy (ex Chelsea) che possono spezzare gli equilibri. Non c’è un vero bomber: si alternano Rodriguez, Mata, Deyverson e il 37enne Molina.

Il Getafe, come già ribadito, è una squadra molto “cattiva” che conta ben 84 cartellini gialli accumulati nella Liga. Ottima organizzazione difensiva (25 gol concessi in altrettante giornate nella Liga), meno quella offensiva (36 le reti segnate).

Fare pronostici è come sempre impossibile, ma tra Inter e Getafe assisteremo a due gare molto serrate ed intense, soprattutto per via della filosofia dei due allenatori.

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