
Per noi superstiti alla pandemia, la vita ci aveva riservato una grande opportunità, quella di vivere ogni giorno come un dono da saper apprezzare, ma abbiamo dimenticato o forse hanno dimenticato troppo velocemente quel terribile periodo.
Stiamo convivendo con ansie e paure, legate al cambiamento climatico che sta condizionando il nostro stile di vita e all’improvviso ci troviamo catapultati a fare i conti con una guerra alle porte che sta destando per chi ha figli e bambini non poca preoccupazione legata ad una probabile escalation militare che ci vedrebbe coinvolti molto da vicino.
Archiviata la brutta parentesi della pandemia, potevamo ripartire con il PNRR e la nostra economia poteva decollare garantendo serenità e migliorando lo stato di salute mentale dell’intera società, ma i fatti stanno diversamente.
Qualche giorno fa mi sono recata a fare la spesa al supermercato, in un insolito e strano pomeriggio di maggio, così piovoso, triste e nostalgico come non l’avevamo mai conosciuto prima.
Arrivata alle casse mi sono trovata ad assistere ad una scena che mi ha colpito e ha catturato la mia attenzione per una duplice valenza:
-1) Emotiva e
-2) Razionale
Erano all’incirca le tre del pomeriggio, un supermercato semivuoto, c’erano solo 2 casse aperte, mentre sistemavo la mia spesa, dall’altra parte c’era un signore anziano che faceva lo stesso, molto distinto, con giacca, cravatta e impermeabile, aveva i capelli bianchi e dall’aspetto sembrava avere più di ottanta anni.
Ho sentito che chiedeva alla commessa di fermarsi quando il conto arrivasse a 25 euro, la commessa lo avvisò e il signore dovette eliminare dalla sua spesa alcuni prodotti, il cliente che stava in fila dietro di lui, vedendo la scena si offrì di poter pagare la spesa restante ma il signore anziano con tanta dolcezza lo ringraziò per la sua cortese disponibilità ma non accettò. Quando andò via ringraziò nuovamente con degli occhi e una voce che mostravano tanta gratitudine, l’altro che con tanta gentilezza e umanità si era offerto per pagargli i pochi euro di spesa a cui aveva dovuto rinunciare.
E’ stata una scena che mi ha emozionato, fatto riflettere e ho analizzato per tutto il percorso durante il mio rientro a casa. Quegli occhi e quello sguardo cosi gentili e perbene mi hanno commosso, ma sono rimasta altrettanto colpita dal gesto del cliente successivo che si era offerto a pagare la differenza, che ha mostrato tanta comprensione nei confronti di chi per una vita avrà lavorato e adesso deve fare i conti con il caro prezzi che sta rendendo la vita difficile per tutti coloro che arrivano con estrema difficoltà a fine mese.
Questo periodo di CRISI ECONOMICA sta purtroppo mettendo a dura prova, pensionati e famiglie che si privano e rinunciano addirittura dei prodotti alimentari.
Sento anche tanti dipendenti pubblici non arrivare a fine mese e andare in scoperto anche due settimane prima dell’accredito dello stipendio. I conti correnti di molti italiani sono a rosso, registrando il segno – e questa è una situazione che preoccupa abbastanza perché non crea e favorisce un benessere collettivo, ma sta portando solo frustrazione e senso di angoscia.
Quel pomeriggio però ho conosciuto LA GENTILEZZA
L’ ho conosciuta negli occhi e nello sguardo di chi sa donare senza pretendere nulla in cambio e negli occhi e nello sguardo di chi risponde con gratitudine e riconoscenza.
Due uomini, due generazioni diverse, due persone PERBENE che non si conoscevano ma che in quello scambio di poche parole hanno racchiuso bei sentimenti.
Immedesimarsi in chi si trova in difficoltà fornendo aiuto all’altro e dall’altra parte chi apprezza il gesto gentile restandone dallo sguardo colpito e risponde con un no gentile, non per orgoglio, ma per DIGNITA‘.
La vicinanza di due sconosciuti che si trasforma in Gentilezza, quel sapersi donare capendo la difficoltà e quel saper ricevere anche con il rifiuto apprezzandone il gesto.
Che emozione si prova a vedere chi capisce e comprende le difficoltà e chi reagisce con un grazie che non arriva solo dalla voce, ma anche dagli occhi che esprimono grazie.
In un mondo che imbroglia, che ruba, che pensa al guadagno diventato ormai avido di sentimenti e di comprensione, anche un frammento di Solidarietà apre le porte all’Umanità.
Gentilezza
Poesia di Iolanda Canale
Un dono prezioso è la gentilezza,
In un giorno di caldo è come la brezza
In un mondo fatto di mille affanni,
si presenta non solo con gli anni.
La gentilezza accarezza l’anima stanca,
le porta pace e allegria e l’affianca.
Sola non la lascia nei pensieri neri,
con parole gentili e sorrisi sinceri.
È una rosa che sboccia per l’umano,
è la gentilezza di chi dà una mano
che ti abbraccia senza far domande,
un gesto gentile è amor che si espande.
La gentilezza può lenir una ferita
A volte può salvar una vita.
La gentilezza arte sopraffina,
di chi su di sé la testa non china
ma pensa all’umanità vicina
e con un pensiero la rende divina.
Diventiamo tutti artisti gentili,
mettiamo a terra i nostri fucili,
negli occhi degli altri troviamo armonia
che ci risollevi dalla lunga agonia
del “pensiamo a noi e saremo felici”
di un mondo più bello saremo gli artefici.