
“Er nemico” di Trilussa
Un Cane Lupo, ch’era stato messo de guardia a li cancelli d’una villa,tutta la notte stava a fa’ bubbù.
Perfino se la strada era tranquilla e nun passava un’anima: lo stesso!nu’ la finiva più!
Una Cagnola d’un villino accostò eje chiese: “Ma perché sveji la gentee dài l’allarme quanno nun c’è gnente?”
Dice: “Lo faccio pe’ nun perde er posto.Der resto, cara mia,spesso er nemmico è l’ombra che se crea pe’ conservà un’idea: nun c’è mica bisogno che ce sia.
Quanta verità in questi pochi versi di Trilussa, sembra che facciano la foto della società e dei comportamenti attuali: lavoro, politica, educazione, rapporti sociali dentro e fuori internet.
Creare un nemico per farlo vedere agli altri anche se non c’è, serve a dar loro una ragione per farsi convincere a fare quello che ci serve (il cane lupo abbaiava a nemici inesistenti per mantenere il proprio posto ed essere accudito e sfamato).
Questo modo di pensare e di influenzare sembrava non più necessario nell’attuale società della conoscenza, ma purtroppo funziona ancora tanto bene ed è largamente usato.
Il politico crea il nemico immaginario per far convergere le folle sul suo pensiero, l’educazione stigmatizza chi non rispetta le regole rendendolo cattivo, a lavoro si usa il mobbing per isolare lo scomodo che si ribella alle prepotenze di superiori, di colleghi o di subalterni.
Speriamo che tra i tanti bubù, qualcuno serva ad accalappiare “er nemico in più”, quello che indebolisce la nostra società: la paura che l’altro ci possa sottrarre qualcosa, pensiero che genera sentimenti di odio e invidia.
Questi sono i sentimenti negativi che servono a controllare le folle e che dovremmo imparare a gestire per evitare di finire in questa spirale di odio ed esserne sopraffatti.